lunedì 20 gennaio 2025

Italians do it better? 51: Confusi e Felici (2014)


Who Watches the Watchmen? No, non tireremo in ballo Giovenale o tantomeno Alan Moore per non rischiare le ire da Northampton. E c'è anche un altro detto che afferma "Dottore, cura te stesso".
A volte i proverbi e i luoghi comuni sono quantomeno un buon punto di partenza su cui costruire una trama e da qui giunge Confusi e Felici, diretto da Massimiliano Bruno, scritto da Massimiliano Bruno ed Edoardo Falcone e distribuito nei cinema nell'ottobre 2014.
Marcello Bernazzani (Claudio Bisio) è uno psicanalista di successo. Conosciuto e stimato, scrittore di alcuni bestseller e che può contare su veri e propri casi umani come clienti. Al tempo stesso, però, Marcello è arrogante e spocchioso e non si avvede della gentilezza e dell'interesse della segretaria Silvia (Anna Foglietta).
Tutto cambia quando a Marcello viene diagnosticato un glaucoma agli occhi che in pochi mesi lo porterà alla cecità. Depresso, dopo aver chiuso il proprio studio ed essersi chiuso in casa, Marcello viene riportato alla vita da Silvia e dai suoi pazienti, che non lo hanno dimenticato e ci tengono a lui.
Ma il giorno in cui l'uomo perderà la vista incombe.
Un tema classico, su cui il cinema americano - ma anche quello nostrano - ci ha costruito una caterva e più di pellicole. L'uomo spregevole che, a causa di un drammatico evento (in questo caso, una malattia in apparenza incurabile), rivaluta tutta la sua vita e si scopre altruista nei confronti dell'umanità.
Stavolta, tuttavia, invece che un Harrison Ford o uno Scrooge, abbiamo una concezione italiana di questo tipo di personaggio. Quindi un po' più gigione e caciarone, caratteri nelle corde dell'attore protagonista che comunque è capace anche di buone svolte drammatiche, e in fin dei conti più menefreghista che davvero malvagio o cinico. Tanto che la sua figura professionale è stata molto presente qualche anno fa, persino in televisione o negli scaffali delle librerie (oggi non saprei, francamente).
Anche le persone che lo affiancano nel suo "percorso di recupero" sembrano una traslazione delle figure americane in chiave italiana, con un paio di buone interpretazioni in merito. Lo spacciatore che si redime, il nerd che non riesce a staccarsi dalla madre, la coppia in crisi sessuale, il marito tradito, la ninfomane... no, questa scusate è una figura più che altro italiana. Caratteri, più che personaggi che vengono sviluppati, ma in questo tipo di prodotto a volte è inevitabile.
Lo svolgimento che ne consegue comunque è consolidato: l'isolamento del protagonista dall'umanità in generale e dalla propria, gli altri protagonisti che lo recuperano dal baratro e gli fanno (ri)scoprire i veri piaceri della vita, con ovviamente possibilità di inserire varie scenette comiche a contorno, e un finale rassicurante, aldilà di quale sarà il destino finale per Marcello Bernazzani.
Quindi, in ultima analisi, Chi Analizza l'Analista? La percezione che il pubblico ne ha di lui, laddove l'analista è la persona che incontri tutti i giorni oppure saltuariamente e a cui sei legato. E di cui appunto vuoi la felicità, allontanando la confusione.

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