domenica 12 gennaio 2025

Libri a caso: Un Messaggio dagli Spiriti


Un libro di Agatha Christie che non preveda la presenza di Hercule Poirot o Miss Marple suscita sempre una immensa curiosità (e sì che non ne ha scritti pochi, in tal senso) e inoltre permette alla scrittrice inglese di sbizzarrirsi sul progredire degli eventi e la costruzione di personaggi che sono spesso ignoti al lettore, proprio perché non abbiamo le menti sopraffine di Poirot o Miss Marple a descrivercele.
E si può giocare anche sul tema degli investigatori dilettanti, con tutte le conseguenze del caso. Abbiamo già visto un'opera simile con Perché non l'hanno chiesto a Evans? e ora la storia si ripete con Un Messaggio dagli Spiriti (The Sittaford Mystery), pubblicato nel 1931.
La vita scorre serena e tranquilla, fin troppo tranquilla, nel piccolo villaggio di Sittaford, situato nella contea di Dartmoor. Mentre si preannuncia una tempesta di neve, le signore Willett - appena trasferitesi - chiedono ai loro ospiti di partecipare per divertimento a una seduta spiritica. Ma il divertimento scompare quando la seduta annuncia la morte di un abitante del villaggio, Joseph Trevelyan, in quel momento residente in una vicina città.
Il suo più caro amico, il maggiore John Burnaby, rimane colpito da quanto accaduto e si reca subito a indagare. In casa di Trevelyan, trova dunque il suo amico ucciso e avvisa la polizia, che arresta subito un suo nipote che ne reclamava l'eredità, James Pearson.
Ma la fidanzata di Pearson, Emily Trefusis, è certa della sua innocenza e, mettendosi contro la polizia e gli abitanti di Sittaford e potendo contare solo sull'aiuto del giornalista Charles Enderby, decide di indagare di persona per giungere alla verità a qualunque costo.
A Dartmoor amano divertirsi tra cani spettrali e sedute spiritiche, a quanto sembra. C'è da dire, però, che il romanzo, pur partendo da questo tema in apparenza sovrannaturale, lo mette ben presto da parte (meno male) a favore della trama riguardante l'omicidio di Trevelyan e le indagini dei due investigatori dilettanti, Charles Enderby ed Emily Trefusis.
Sì, non ci sono né Poirot né Marple ed è molto meglio così, poiché la brava Agatha Christie riesce a donare loro una spontaneità, un carisma e delle personalità uniche. Colpisce in special modo la caratterizzazione di Emily Trefusis.
Senza porsi alcun patema d'animo al riguardo, vi ricordo che ci troviamo nella società inglese di circa un secolo fa, Agatha Christie descrive una donna che - pur agendo per amore - non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, si giostra con abilità le persone (gli uomini, soprattutto) perché le diano le risposte che cerca ed è sempre proattiva: è lei che va in un determinato posto e mai qualcun altro.
La cosa che colpisce è come tutto questo risulti naturale e coerente, grazie al fatto che il personaggio femminile è delineato da una donna (un uomo dell'epoca avrebbe avuto più difficoltà). Una donna che, ricordiamolo, era reduce da un tragico divorzio conseguente a una misteriosa scomparsa e si era risposata da poco meno di un anno.
Non crediamo che Emily Trefusis sia una sorta di incarnazione narrativa di Agatha Christie, ma di certo è molto curioso vedere questa donna dallo spirito battagliero e contesa da due uomini (ma lei alla fine prende la scelta che vuole lei, non quella che altri gli vorrebbero imporre).
Insomma, a mio avviso un bel romanzo che, oltre alla trama mystery, si segnala per sia la descrizione dei personaggi principali che per la delineazione dell'ambientazione, evidentemente cara alla scrittrice che aveva visitato quei luoghi. E soprattutto si beve the, molto, molto the.
E scopriremo infine che, anche un secolo fa, vi erano le contese generazionali con le stesse parole di adesso e gli anziani che cascavano negli scam.

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