Abbiamo già visto come il Commissario Maigret, il personaggio ideato da Georges Simenon, nella sua instancabile ricerca di giustizia debba a volte allontanarsi da Parigi. E talvolta anche dalla Francia stessa, come accaduto in Un Delitto in Olanda.
Una nuova indagine extraparigina si ritrova in All'Insegna di Terranova (Au Rendez-Vous des Terre-Nuevas), pubblicato nel 1931.
Il Commissario Maigret decide di rinunciare alle consuete vacanze estive in Alsazia per recarsi a Fecamp, un'altra località marittima, dopo aver ricevuto una lettera da un suo ex compagno di scuola divenuto insegnante.
Costui lo informa che un suo studente di nome Pierre Le Clinche, un telegrafista, è stato accusato dell'omicidio di Octave Fallut, capitano della nave Ocean, poco dopo che l'imbarcazione aveva attraccato al porto dopo una pessima battuta di pesca.
Maigret si reca dunque sul posto e scopre una realtà molto più intricata di quanto si potesse immaginare, composta da marinai che non hanno desiderio di parlare con lui, amanti segrete e un'altra misteriosa morte che si prova a voler nascondere. E tutti questi elementi sono in qualche modo connessi tra loro.
Georges Simenon, che da consumato viaggiatore e abile narratore ha visitato tutti i luoghi che descrive con precisione nei suoi romanzi ed era anche un consumato navigatore, si è ormai abituato a calare Maigret in uno scenario che in principio è a lui ignoto (in termini di territorio, certe volte anche di linguaggio) e che deve imparare a conoscere e dominare per arrivare alla risoluzione del caso.
La scoperta di questo territorio, del rendere l'ignoto noto, procede infatti pari passo con l'avanzare dell'inchiesta e i suoi lati oscuri. Di pari passo, invece, va avanti la discesa di Maigret in uno stato di misantropia.
Il Commissario parte con una sincera volontà di aiutare il suo amico e lo studente sotto la sua tutela, ma deve fare i conti poi col nemico più letale di sempre: l'umanità. E più scopre la verità e i segreti che le persone hanno cercato di nascondere, più Maigret prova repulsione per loro. Come se lui fosse fuori posto, come quando noi ci troviamo seduti a un tavolo dove la gente litiga su vicende importanti solo per il gusto di gridare,
Il finale vede Maigret, ormai del tutto ripugnato dall'ambiente che ha trovato, fuggire in maniera precipitosa da quel luogo di disumana follia di cui lui non si sente parte e non vuole esserne parte neanche per un altro minuto. Solo una persona riesce a salvarlo dalla sua misantropia e a rimetterlo sulla retta via, la moglie, l'unica altra persona dotata di ragione e senso di umanità.
Questo è un rischio che può capitare a tutti quando si scruta nell'abisso, nell'oscurità degli esseri umani. Alla fine esso scruta in te e si può decidere se esserne parte o allontanarsene. E a volte la fuga è la scelta più onorevole. E grazie al cielo il Commissario Maigret è uno degli investigatori più umani, nel vero senso della parola, che la narrativa ci abbia donato.
Nessun commento:
Posta un commento