Gli anni '90, trionfo (in alcuni fumetti, non in tutti) di possenti muscolature, uomini che prima sparano e poi chiedono chi è senza che Alberto Sordi possa rispondere e armi gigantesche che non si sa come si possano tenere in mano e sparare... ah già, le possenti muscolature di cui sopra.
Col tempo, si sa, molte opere vengono anche rivalutate o al limite ci si adagia sull'adagio che sono figlie del loro tempo. Altre, invece, qualche menzione d'onore la ottengono, per le più svariate ragioni.
Una di queste è la maxiserie in tredici numeri Deathblow: Confessioni (Confessions), pubblicata tra il 1993 e il 1995, scritta da Jim Lee e Brandon Choi e disegnata da Jim Lee e Tim Sale, per quest'ultimo praticamente poco dopo i suoi esordi professionali.
Michael Cray è un agente che lavora per un'agenzia governativa nota come Operazioni Internazionali, che gli affida le missioni più sporche e segrete, come eliminare un dittatore iracheno, in giro per il mondo.
Dopo aver perso molti compagni di squadra e dopo che gli è stato diagnosticato un tumore inoperabile al cervello, Michael Cray rassegna le dimissioni, certo di non poter rimediare al male che ha fatto. Ma tutto questo cambia quando si ritrova coinvolto in uno scontro tra l'Ordine della Croce, al servizio stesso del Vaticano, e una setta satanica capitanata dall'Angelo Nero, che ha il compito di riportare Lucifero sulla Terra grazie alle energie di un ragazzo speciale.
Michael Cray pensa che questa sia la sua ultima, giusta battaglia, ma non può immaginare che un cambiamento lo stia per toccare.
Seppur ne sia solo una metafora, Deathblow è figlio di quella disillusione del popolo americano nei confronti del governo e degli apparati militari conseguente allo scandalo Irangate e a una perdita di centralità nello scenario globale dopo la distensione con la Russia.
Michael Cray è dunque l'eroe (il popolo americano) che si allontana da quel mondo in cui non si riconosce più, dove un dittatore un giorno è il nemico e il giorno dopo un alleato. In pratica l'eroe che, animato dal vero spirito americano (lottare contro le più grandi avversità a suon di armi), riporta l'ordine e la giustizia. Disperdendo perciò l'oscurità (il cancro, le guerre, l'apocalisse) con questa "salvifica" luce.
E lo fa venendo coinvolto in una di quelle trame in apparenza blasfeme e caciarone molto care al fumetto americano. La società statunitense è infatti preminentemente protestante e buona parte della popolazione non vede il Vaticano come l'autorità suprema della Chiesa nel mondo, differentemente da quanto accade in Europa e in Italia.
Quindi quello che a noi può magari scandalizzare (il Vaticano che alleva soldati, suore ninja pronte a sparare e menare e ragazzi che possono contare sul potere del Signore), per gli Stati Uniti è qualcosa di normale.
Per gli autori americani il Vaticano è un elemento che può essere utilizzato in narrativa quando vi è un pericolo di natura mistica e sovrannaturale, così come quando c'è una minaccia alla pace si utilizzano la CIA o i Servizi Segreti. Questo a maggior ragione in un'epoca dove Internet non era ancora diffuso, oggi infatti sembra che una parte di questa percezione sia passata.
Contestualizzandola nel periodo in cui è uscita, non è dunque errato dire che Deathblow sia un'opera figlia del suo tempo. Ma il fatto che lo sia non vuol dire automaticamente che non possa interessare.
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