domenica 27 agosto 2023

Italians do it better? 9: Perfetti Sconosciuti (2016)


I film che presentano un'impostazione teatrale portano con sé anche delle sfide non indifferenti.
Una sola location, molti personaggi a cui dare spazio, moltissimo dialogo che deve catalizzare l'attenzione dello spettatore per oltre un'ora senza farlo distrarre.
Un magnifico esempio di questo tipo di film è La Parola ai Giurati di Sidney Lumet, ma prima o poi ogni nazione ha voluto cimentarsi in questa tipologia di pellicole.
Anche il cinema italiano, ovviamente, ad esempio con un prodotto di pregevole fattura come Perfetti Sconosciuti, diretto da Paolo Genovese, scritto da Paolo Genovese, Filippo Bologna, Paolo Costella, Paola Mammini e Rolando Ravello e distribuito nei cinema nel febbraio 2016.
Tre coppie di amici si ritrovano una sera a cena per ammirare un'eclissi di luna. Sono Rocco ed Eva (Marco Giallini e Kasia Smutniak), alle prese con una figlia adolescente e le sue prime ribellioni, Cosimo e Bianca (Edoardo Leo e Alba Rohrwacher), desiderosi di avere un figlio, Lele e Carlotta (Valerio Mastandrea e Anna Foglietta), che stanno affrontando un processo per incidente stradale.
A loro si unisce Peppe (Giuseppe Battiston), che per un imprevisto non può far conoscere ai suoi amici la nuova compagna Lucilla.
Durante la cena Eva propone un gioco, dopo aver sentito che una coppia si è separata quando la moglie ha letto i messaggi sul cellulare del marito. Per tutta la serata, ogni messaggio o telefonata che arriva a qualcuno deve essere letto o sentito da tutti.
Sembra qualcosa di banale e innocente, ma in realtà ben presto questo gioco scoperchierà un vero e proprio vaso di Pandora che rovinerà le esistenze di tutti.
Come si tiene desta l'attenzione dello spettatore con un film composto solo ed esclusivamente di dialoghi tra personaggi seduti a un tavolo? Semplice, facendo salire con costanza e ritmo la tensione utilizzando proprio quegli stessi dialoghi.
Dialoghi che, partendo dal "gioco" proposto da Eva, mettono a nudo le personalità dei vari protagonisti, ognuno coi propri piccoli o grandi segreti. Quel tipo di segreti che, però, non dovrebbero sussistere in una vita di coppia o tra amici e quindi portano alla rovina. La rovina sia della singola persona che del mondo che ruota intorno ad essa.
Nel fare questo vengono messe alla berlina senza retorica o finti moralismi le caratteristiche di una parte degli italiani. All'esterno e in pubblico, sempre amichevoli e alla mano, pronti alle battute e che si dichiarano di ampie vedute, ma poi, grattando un poco sotto la superficie, li si scopre essere arroganti, omofobi, egoisti.
Non troverete dialettismi in questo film, dove (se posso dirlo, finalmente) si parla un ottimo italiano, facendo sì che la storia risulti davvero universale e - per chi volesse fare autocritica - può ritrovare una parte di sé da eliminare o migliorare.
Il finale è amarissimo, spiazzante in principio, quel tipo di finale che non lascia davvero speranze. Perché anche se i protagonisti possono ritornare alla loro vita di tutti i giorni, quei segreti rimangono. E quei segreti un giorno li distruggeranno.

2 commenti:

  1. Credo di essere tra i pochissimi a cui questo film proprio non ha detto nulla, soprattutto a livello di trama e regia. Nulla da dire, invece, sulle interpretazioni, tutte più o meno notevoli.

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    1. Il punto di partenza non è sicuramente epocale, per lo "svolgimento" ovviamente va a sensazione. In alcune frasi degli attori ho ritrovato proprio le personalità di alcuni che dicono sempre di essere progressisti, ma poi alla luce dei fatti...

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