Una prerogativa del cinema italiano è che adora spesso e volentieri riprendere dei film provenienti da altre nazioni europee. In particolare la Francia, forse perché ritenuta come società molto simile alla nostra (dopotutto chiamiamo i suoi abitanti i cugini d'oltralpe). E riadattarli nel contesto italiano, che comunque può risultare differente in alcuni punti. Il tutto coi suoi pro e i suoi contro. E questo, sia chiaro, vale anche per i rifacimenti americani.
A volte, tuttavia, il lavoro viene facilitato.
Benvenuti al Sud è un film diretto da Luca Miniero, scritto da Massimo Gaudioso basandosi sulla sceneggiatura di Giù al Nord di Dany Boon e distribuito nei cinema nell'ottobre 2010.
Antonio Colombo (Claudio Bisio) lavora per Poste Italiane in una piccola cittadina del Nord Italia e sogna di essere trasferito a Milano, come desiderato fortemente anche dalla moglie Silvia (Angela Finocchiaro).
Per riuscire in questo intento, l'uomo si finge un disabile per scalare le graduatorie, ma viene scoperto. Per non essere licenziato, Antonio Colombo accetta dunque di essere trasferito per due anni presso un ufficio postate della Campania, sito nella città di Castellabate.
Qui incontra il postino Mattia Volpe (Alessandro Siani) e gli altri originali dipendenti del nuovo ufficio. Inizialmente guidato dai pregiudizi e diffidente, Antonio Colombo inizia ben presto ad affezionarsi alla città e ai suoi abitanti, pur tenendo nascosta la verità alla moglie. E la cosa gli si ritorcerà ben presto contro.
Ci sono tematiche universali che possono adattarsi a varie nazioni. Ogni grande paese, ma anche qualche piccolo, può contare su diverse realtà che, con le loro peculiarità e differenze, rappresentano piccoli mondi all'interno di un mondo più grande.
In Italia le differenze e le distanze tra Nord e Sud sono presenti praticamente da sempre e sono state esplorate in decine di altri film. In questo caso, tuttavia, si è attinto da un prodotto estero che presentava una situazione facilmente adattabile nel contesto italiano.
Quindi non ci troviamo certo di fronte a una pellicola fotocopia, ma altrettanto di sicuro sono molte le scene riprese dal film francese e riadattate con poche modifiche in quello italiano. Che comunque, è giusto specificarlo, si rivolge a un pubblico generalista che probabilmente ignora in buona parte l'esistenza del film francese.
Sono stati bravi, in questo contesto, i vari attori a dare spessore e credibilità ai loro personaggi che, pur omologhi dei corrispettivi francesi, presentano una sensibilità e un carisma tutto italiano senza che vengano ridotti a semplici caratteri, cosa che accade raramente. I siparietti comici, che sono molti, aiutano il loro lavoro.
Con un buon prodotto derivativo cui attingere, c'è anche un discreto character development, tanto che la scena d'addio tra i due protagonisti - che hanno condiviso così tante esperienze e sviluppato una forte amicizia - introduce un piccolo elemento di mestizia in un'atmosfera fino a quel momento giocosa e felice.
Insomma, pur essendo una commedia cerca anche di essere inclusiva, per usare un termine moderno, affermando come le differenze tra Nord e Sud siano in realtà ciò che rende unico il nostro popolo e dovrebbero unire le due anime del paese più che dividerle.
Perché a volte le commedie sono così: ti strappano uno o più sorrisi e solo alla fine ti accorgi che quella era una risata velata di tristezza.
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