Secondo l'ottica del grande Eduardo De Filippo, i fantasmi non esistono e in realtà, se ci sono, siamo noi esseri umani, esseri imbroglioni e approfittatori che tormentiamo le vite terrene di altri esseri umani, o magari le spiamo dal balcone di fronte senza mai intervenire.
Sì, perché l'Italia, pur presentando una notevole tradizione esoterica e mistica, non è che possa vantare una così grande tradizione di narrativa "spiritica" per così dire, la quale tuttavia è stata esplorata in alcuni romanzi gotici scritti da autori anglosassoni e ambientati nel nostro paese (quando si dice, si sta ribaltando la situazione).
Se poi pensiamo al cinema... neanche a parlarne. Le pellicole sui fantasmi sono appannaggio delle produzioni americane da sempre... o forse lo erano fino a poco tempo fa.
Sono Solo Fantasmi è un film diretto da Christian De Sica con la collaborazione del figlio Brando, scritto da Christian De Sica, Nicola Guaglianone, Roberto Marchionni, Andrea Bassi, Luigi Di Capua e Gianluca Ansanelli e distribuito nei cinema nel novembre 2019.
Tommaso Di Paola (Christian De Sica) è un prestigiatore caduto in disgrazia, ridotto ad esibirsi in piccoli spettacoli dopo essere stato un divo televisivo, che deve recarsi a Napoli in quanto è deceduto il padre Vittorio. Nel recarsi nel capoluogo partenopeo, si imbatte nel fratellastro Carlo (Carlo Buccirosso), un imprenditore fallito.
Durante la lettura del testamento incontrano un terzo fratello di cui non erano a conoscenza, Ugo (Gianmarco Tognazzi), dimesso di recente da un istituto psichiatrico in quanto afferma di poter vedere i fantasmi.
Il padre, tuttavia, era oberato di debiti e i tre fratelli rischiano di perdere la casa di famiglia. Ma ci sarebbe un modo per recuperare in fretta dei soldi: sfruttando la creduloneria di alcune persone del posto e un amuleto egizio ritrovato da Ugo, i tre mettono su un'agenzia di acchiappafantasmi, liberando le case e i locali posseduti.
Ma i fantasmi esistono davvero e non stanno gradendo molto l'operato dei fratelli, minacciando così di radere al suolo Napoli.
È vero che il cinema è sempre in grado di stupire, ma detto questo mai mi sarei aspettato di assistere a una versione all'italiana di Ghostbusters. Con tanto di dispositivo di stoccaggio, Ecto-1, trappole e una versione alternativa di Zuul (il tutto sempre fatto all'italiana, quindi non cercate chissà cosa).
Ma soprattutto mi ha stupito vedere in una produzione del genere, che rimane comunque una commedia con qualche occasionale (inevitabile?) scurrilità, tentativi di jumpscare e inquadrature/scene ispirate a La Casa, The Conjuring e Poltergeist, di solito ai produttori nostrani queste cose non piacciono molto. Segno che quantomeno si è tentato in certi casi un approccio moderno e non classico.
Per il look del suo personaggio, Christian De Sica si ispira a un celebe mago televisivo del passato, di sicuro sconosciuto ai più giovani: Giucas Casella. Da cui riprende anche un paio di trucchi da costui resi celebri.
L'attore romano inoltre effettua una sorta di catarsi artistica nei confronti di suo padre Vittorio. Christian De Sica, infatti, interpreta anche il ruolo del padre dei fratelli, il quale nel look è praticamente uguale a Vittorio De Sica, oltre a condividerne il nome.
Non solo, vi è anche un background molto simile, come ad esempio il fatto che entrambi siano stati incalliti giocatori d'azzardo che hanno causato guai alla famiglia e un paio di aneddoti del padre dei fratelli - e il suo legame con Napoli - rispecchiano le esperienze di Vittorio De Sica. E la dichiarazione di affetto che il fantasma lancia ai suoi figli è un modo per riappacificarsi con la memoria di quel padre all'attore tanto caro, ma con cui ha avuto anche delle divergenze.
Qualcosa di davvero inaspettato per una commedia dai toni leggeri.
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