Prima che arrivasse Vacanze di Natale ad affermare e consolidare la tradizione di far uscire le commedie italiane più attese durante il periodo delle festività natalizie, i produttori cercavano sempre nuove soluzioni per far sì che il pubblico tornasse a riempire i cinema, reduci da un periodo di crisi.
Ed è per questo motivo che un giorno il produttore Vittorio Cecchi Gori propone a suo padre Mario Cecchi Gori un'idea semplice, ma al tempo stesso efficace: ideare un film corale che coinvolga quattro quotati attori in quel momento sotto contratto con la loro casa di produzione, ovvero Diego Abatantuono, Adriano Celentano, Enrico Montesano e Carlo Verdone.
L'intento è quello di far sì che così il diverso pubblico di riferimento di questi attori (non a caso, due romani e due milanesi) si rechi al cinema per vedere i loro idoli. Rimane solo da trovare uno stratagemma adatto per riunire queste quattro diverse personalità sotto uno stesso tetto. E questo stratagemma viene infine trovato.
I registi e sceneggiatori Franco Castellano e Giuseppe Moccia, alias Castellano & Pipolo, concepiscono un'idea anch'essa semplice, ma al contempo efficace, per radunare i quattro attori: farli agire all'interno di un albergo. Una location perfetta non solo per farli interagire quando necessario, ma anche per trovare il ruolo più adatto alle loro diverse personalità e dare loro dei momenti in cui siano i protagonisti assoluti e non rubino l'uno la scena all'altro.
Come location esterna, viene scelto l'hotel Regina Palace di Stresa, mentre gli interni vengono realizzati presso il Westin Excelsior di Roma.
Per il personaggio interpretato da Enrico Montesano, un cameriere che si finge un ricco industriale con la figlia all'oscuro di tutto, Castellano e Pipolo riadattano una trama della sceneggiatura da loro ideata per Tototruffa '62.
Le riprese hanno luogo tra la primavera e l'estate del 1982. In quello stesso periodo vi sono anche i mondiali di calcio, che vedono infine trionfare la squadra italiana. Nelle giornate, dunque, in cui c'è la partita dell'Italia, le riprese vengono interrotte e l'intera troupe, a partire dai due registi, si trasferisce nelle sale degli hotel in cui si trova per guardare il match in televisione. Salvo poter poi riprendere la lavorazione il giorno successivo.
Vittorio Cecchi Gori è a volte presente sul set per supervisionare l'andamento del progetto e un giorno nota un'attrice che nel film ha una piccola parte: si chiama Rita Rusić e l'anno dopo diverrà sua moglie.
Quando si presenta per la prima volta sul set, Carlo Verdone porta con sé una valigia che non abbandona mai e molti in maniera inevitabile iniziano a interrogarsi su cosa possa contenere. La risposta arriva un giorno in cui Adriano Celentano afferma di avere mal di testa e, prontamente, Verdone estrae dalla sua valigia un medicinale adatto, mentre decine di altri flaconi medicinali sono in essa presenti. La troupe apprende così, in questa maniera singolare, dell'ipocondria dell'attore romano.
Verdone ha già alle proprie spalle un'esperienza non indifferente in fatto di regia cinematografica e, pur non dirigendo di persona delle scene, certe volte offre a Castellano e Pipolo qualche suggerimento o il suo punto di vista.
Anche Adriano Celentano ha esperienza in tal senso ed idea una scena apposita che poi dirige personalmente - con ogni probabilità poiché coinvolge un'elaborata coreografia di ballo - ovvero la scena in cui, assistito dal fido Raffaele Di Sipio, prepara un cocktail da offrire a Ilde Vivaldi, il personaggio interpretato da Eleonora Giorgi.
Per il suo personaggio, Egisto Costanzi, Enrico Montesano decide di ispirarsi alle movenze di Charlot, alias Charlie Chaplin, tanto che si fa fare un'acconciatura ai capelli che possa ricordarlo e si fa preparare dei pantaloni che risultino volutamente più larghi per simularne la goffaggine.
Durante la scena in cui Costanzi deve destreggiarsi tra sua figlia e il direttore dell'hotel, andando su e giù per le scale e scivolando sul pavimento, per creare in maniera efficace l'effetto delle varie scivolate l'attore romano chiede che sia sparso del borotalco sul pavimento, mentre al contempo si liscia le suole delle scarpe.
Prima di girare la scena, Montesano si allena per alcuni giorni andando su e giù per le scale del Westin Excelsior, al fine di rendere la scena al meglio e provocando inoltre l'ilarità degli altri attori che interpretano i camerieri dell'hotel, i quali si divertono anche loro a scivolare sul pavimento.
Castellano e Pipolo si trovano tra le mani il non facile compito di dover gestire quattro attori dalle differenti personalità e che, come quasi tutti gli attori comici, cercano di primeggiare sul set, pur stimandosi l'un l'altro. Diego Abatantuono e Carlo Verdone - pur avendo alle loro spalle già un buon curriculum - sono arrivati da poco tempo al successo, mentre Adriano Celentano ed Enrico Montesano hanno qualche anno in più di esperienza cinematografica.
Quando le tempistiche e gli impegni dei quattro attori lo consentono, si ritrovano insieme a cena la sera insieme a Castellano e Pipolo, in un'atmosfera cordiale (Verdone e Montesano avranno comunque modo di avere le loro divergenze un paio d'anni dopo, durante le riprese de I Due Carabinieri).
Quando vi è una pausa tra un ciak e l'altro, Diego Abatantuono non ha problemi a passeggiare fuori, nonostante vi siano alcuni fan che lo riconoscono e lo fermano per strada, ma né lui o Verdone o Montesano vengono troppo importunati.
Questo non accade invece ad Adriano Celentano, che di tutti e quattro gli attori protagonisti è quello che all'epoca risulta il più acclamato e seguito: costui, per evitare le orde di appassionati che vogliono un suo autografo, preferisce dunque restare chiuso nella sua stanza d'albergo.
Grand Hotel Excelsior viene distribuito nei cinema italiani a partire dal 7 ottobre 1982. La pellicola arriva infine a incassare sul territorio italiano quasi quattro miliardi e mezzo di lire, risultando anche tra i maggiori incassi di quell'annata. Alla fine l'azzardo, per quanto calcolato, ha dato infine i suoi frutti.
Castellano e Pipolo avrebbero poi replicato in maniera ancora più ampia la formula del film corale nel 1986 grazie a Grandi Magazzini... ma questa è un'altra storia.
Film molto divertente che si rivede ancora volentieri. Il mago di Segrate è uno dei personaggi di Abatantuono assolutamente indimenticabili :D Ah per la gag di Verdone in cui fa finta di correre e il suo allenatore lo becca, si sono ispirati probabilmente ad un fatto vero capitato a Verdone con Sergio Leone, che voleva farlo correre per farlo apparire sudato in uno dei suoi film, e anche là Carlo fece solo finta per poi finire cazziato :D
RispondiEliminaE a quanto ricordo Verdone si beccò anche una "cinquina" da Leone e il rosso dello schiaffo si può notare poi nella scena girata :)
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