Una volta sotto contratto con la Cecchi Gori, dopo i primi due film prodotti da Sergio Leone, l'attore, sceneggiatore e regista Carlo Verdone, esortato dal suo nuovo mecenate Mario Cecchi Gori, idea i suoi primi due lungometraggi dove interpreta un unico ruolo, mettendo da parte i vari caratteri dei film precedenti, ovvero Borotalco del 1982 e Acqua e Sapone del 1983.
Pellicole che ottengono entrambe un grande successo e per le quali l'attore romano sceglie di circondarsi di ottimi caratteristi o futuri, bravi attori alle prime armi, riservando sempre per sé il ruolo del protagonista.
Per la sua terza pellicola con questa casa di produzione, invece, questo schema subisce un piccolo cambiamento e non tutto andrà secondo i piani.
La sceneggiatura del nuovo film, scritta da Verdone insieme ai suoi abituali collaboratori Leonardo Benvenuti e Piero De Bernardi, è incentrata sull'Arma dei Carabinieri, la quale viene invitata a collaborare.
In principio gli ufficiali dei Carabinieri sono scettici, visto che negli anni precedenti sono usciti alcuni film di serie B, basati sulle barzellette incentrate su di loro, che prendevano in giro il loro ruolo. Quando però capiscono che, pur essendo una commedia, non vi è alcun intento parodistico e vi sono anche elementi drammatici, l'Arma offre il proprio sostegno mettendo a disposizione mezzi di trasporto e caserme per le riprese e insegnando agli attori come muoversi sulla scena per risultare più credibili.
Con Verdone che riserva per sé uno dei due ruoli da protagonista, Marino Spada, i produttori Mario Cecchi Gori e Vittorio Cecchi Gori scelgono per l'altra parte principale, Glauco Sperandio, un altro attore in quel momento sotto contratto con la loro casa di produzione: si tratta di Enrico Montesano.
Montesano, tuttavia, non è come gli altri attori con cui Verdone ha finora collaborato. Oltre ad aver condotto in passato programmi televisivi dove era il protagonista, ha a quell'epoca già alle sue spalle un curriculum cinematografico di tutto rispetto, avendo recitato al fianco e alla pari con altri mostri sacri della cinematografia italiana. Insomma, non intende certo avere un ruolo da semplice spalla.
I due hanno in realtà già condiviso una pellicola insieme, uscita un paio di anni prima, ovvero Grand Hotel Excelsior, dove tuttavia non hanno mai interagito in maniera diretta.
Le riprese si svolgono a Roma, Torino e Biella, più in altre piccole città laziali. Quasi superfluo dire che le tensioni tra Carlo Verdone ed Enrico Montesano, peraltro amici nella vita reale, non tardano ad arrivare.
Montesano si convince che Verdone abbia tenuto per sé le battute più divertenti, a discapito del suo personaggio, e così un giorno si presenta sul set con un taccuino dove ha evidenziato con colori diversi le battute affidate a lui e quelle date a Verdone, affermando che lui ne ha solo il venti per cento del totale, mentre Verdone ha tenuto per sé il restante ottanta per cento.
Il regista, ovviamente di diverso avviso, non ci sta e ribatte da par suo, dando vita a un litigio molto acceso. Uno dei tanti avvenuto durante la lavorazione, con ogni probabilità.
Eppure, nonostante questa tensione evidente a ogni componente della troupe, la dinamica tra i due attori quando si ritrovano a recitare insieme funziona alla perfezione e permette loro anche di fare delle improvvisazioni, non previste nel copione, che rimangono nel risultato finale, come quando ad esempio a Enrico Montesano viene permesso di fare un'imitazione di Jerry Lewis, un suo idolo cinematografico.
A riprese finite, vi è una nuova diatriba quando Montesano manifesta la sua insoddisfazione dopo essersi accorto che, in un primo montaggio, alcune tra le sue migliori battute sono state tagliate ed è certo che dietro questa manovra ci sia Carlo Verdone, il quale vuole una sorta di rivalsa nei suoi confronti.
Montesano si reca allora personalmente da Mario Cecchi Gori, chiedendogli di intervenire. Il produttore esamina la vicenda e chiede che quelle battute siano aggiunte nel montaggio finale. Verdone non avanza alcuna obiezione, al che Montesano si convince in un secondo momento che dietro il taglio di quelle scene non ci fosse lui, bensì alcuni dei suoi assistenti che volevano fare bella figura nei confronti del regista.
I Due Carabinieri viene distribuito nei cinema italiani a partire dal 21 dicembre 1984. La pellicola si rivela uno dei migliori incassi di quell'annata e diventa anche uno dei film più visti durante i primi passaggi televisivi.
Particolarmente ammirata dall'Arma dei Carabinieri è l'interpretazione di Massimo Boldi, con l'inattesa morte sullo schermo del suo personaggio Adalberto Occhipinti, tanto che viene chiamato poco tempo dopo dal comando generale e nominato carabiniere ad honorem.
Un'altra vittima di questa pellicola è, in maniera inevitabile, l'amicizia tra Carlo Verdone ed Enrico Montesano. Pur continuando a incrociarsi negli anni successivi, negli studi cinematografici, nelle cerimonie di premiazione o in televisione, le troppe differenze di vedute avute sul set portano i due attori ad avere un atteggiamento freddo l'uno nei confronti dell'altro, tanto che quando si incontrano ci si limita al massimo a un saluto reciproco.
Negli anni, Verdone dichiara in qualche occasione che l'unico attore con cui nella sua lunga carriera ha avuto dei problemi sul set è stato proprio Montesano, il quale ribatte a sua volta che è una cosa che un bravo regista si deve aspettare ed è suo preciso compito trovare una mediazione.
Questa situazione va avanti per oltre vent'anni, dopo i quali inizia un progressivo riavvicinamento tra i due, che li porta infine a ristabilire un rapporto, se non di amicizia, quantomeno di reciproca stima e a tornare a frequentarsi con le rispettive famiglie.
Visto il grande successo della pellicola, il desiderio di produrne un seguito da parte della Cecchi Gori è immediato, ma al tempo stesso di difficile attuazione, considerato ciò che è accaduto. Però si sa, la creatività italiana ha molte frecce al proprio arco.
Viene dunque trovato un escamotage e così un paio d'anni dopo viene realizzato una sorta di sequel apocrifo, ancora con Enrico Montesano come protagonista e col "redivivo" Massimo Boldi, e con Nino Manfredi in sostituzione di Carlo Verdone... ma questa è un'altra storia.
Molto interessante! Guardo moltissimi film, ma in fatto di cinema sono ignorantissimo: non sapevo nessuna delle cose che hai scritto. Amo moltissimo i primi film di Verdone e adoro, come attore e non solo, Enrico Montesano, secondo me una delle nostre glorie più sottovalutate, ma confesso che I Due Carabinieri non l'ho amato molto. Al di là del giudizio soggettivo del film, mi ha interessato molto la vicenda umana che hai descritto. Verdone e Montesano sono "quasi" coetanei, però Montesano ha avuto un gran successo televisivo molti anni prima che Verdone emergesse; però è innegabile che le parti si sono poi capovolte: Verdone è diventato strafamoso mentre Montesano è caduto un po' nel dimenticatoio (anche se resta amatissimo dai vecchiacci come me ^___^). Qundi secondo me è quasi normale che ci siano stati contrasti tra i due: uno era il divo del momento, l'altro il divo del passato, non più in massima auge, non dev'essere stato facile interagire tra due personalità del genere.
RispondiEliminaEsatto, concordo con te. Due personalità molto forti, e bravi attori, entrambi con grandi successi alle loro spalle, che non sono riusciti a trovare un equilibrio sul set.
EliminaPeccato che Montesano sia diventato l'idolo di complottisti e novax nostrani :D Anch'io l'ho sempre trovato tanto simpatico, come il buon Verdone..ho letto che in questo film i due facevano a gara a sparare battute improvvisate "siamo come Starsky & Hutch" "No, siamo Stanlio e Ollio, è quella cosa grave" la risposta di Verdone è nata così!
RispondiEliminaSì, a volte quel detto per cui bisogna tenere separati l'attore e la persona è molto valido. Ma non sempre è facile.
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