lunedì 11 ottobre 2021

A scuola di cinema: Febbre Da Cavallo (1976)

All'inizio degli anni '70 del ventesimo secolo, il cinema italiano comincia a produrre in maniera sempre più costante e proficua numerose pellicole di "denuncia sociale", con cui cerca di mettere in evidenza situazioni problematiche di certi strati sociali in questo decennio così complicato che culmina con gli Anni di piombo (tra queste pellicole, basti pensare ad esempio a La Classe Operaia Va In Paradiso e Sbatti il Mostro in Prima Pagina, entrambi interpretati da Gian Maria Volontè).
Ebbene, per quanto possa apparire insolito e curioso, è proprio dal progetto di uno di questi film di denuncia che nasce una delle più celebri commedie italiane.


1971: Lo sceneggiatore Massimo Patrizi sottopone al produttore Roberto Infascelli un trattamento che, nelle sue intenzioni originarie, vuole essere un film drammatico e di denuncia nei confronti del gioco d'azzardo e la dipendenza da esso.
Infascelli apprezza l'idea e ha in mente di proporre la regia a Stefano Vanzina, alias Steno, con cui sta in quel momento collaborando per una pellicola antesignana del poliziottesco: La Polizia Ringrazia. Steno, tuttavia, non reputa così interessante il progetto di Massimo Patrizi e declina l'offerta. Infascelli decide dunque di mettere per il momento da parte il trattamento di Patrizi.
1974: Completata la trilogia della polizia con La Polizia Chiede Aiuto, Roberto Infascelli riprende in mano il progetto di Massimo Patrizi, ma decide anche di tramutarlo in una commedia a basso costo, ritenendola una cosa più sicura e gestibile.
Il produttore fa compiere dunque una robusta revisione della sceneggiatura ad Alfredo Giannetti e per la regia contatta Nanni Loy.
Steno viene a sapere di questo cambio di rotta e dimostra infine interesse per il progetto, che nelle sue intenzioni deve essere una commedia con toni farseschi da anni '50, piena di macchiette e caratteristi.
Poiché Nanni Loy è già stato scelto come regista, Steno gli chiede se non sia interessato alla direzione di un altro film a lui affidato, Basta che non si Sappia in Giro. Loy accetta lo scambio e Steno si aggiudica la regia.
Il regista decide anche di far compiere un'ulteriore revisione della sceneggiatura a suo figlio, Enrico Vanzina, il quale ben conosce il mondo degli ippodromi e degli scommettitori sulle corse dei cavalli avendolo frequentato in passato. Enrico Vanzina è appena agli esordi, ha sceneggiato all'epoca un unico film, quindi viene aiutato da suo padre nella stesura della sceneggiatura.
Sempre di comune intesa col padre, Enrico Vanzina amplia anche la parte del personaggio di Er Pomata, il quale in principio ha un ruolo minore, poiché Steno intende affidare la parte a un attore di livello.
Per il ruolo di Bruno Fioretti, alias Mandrake, Infascelli vorrebbe Ugo Tognazzi, ma Steno ritiene sia meglio utilizzare un attore romano, così la parte viene proposta a Vittorio Gassman, il quale tuttavia rifiuta. Alberto Lattuada suggerisce allora a Steno il nome di un giovane attore con cui ha lavorato di recente nel film Le Farò Da Padre, Luigi "Gigi" Proietti, e il suo consiglio viene accettato.
Per il ruolo di Armando Pellicci, detto Er Pomata, Steno in pratica impone alla produzione una sua scelta, che ricade su un attore con cui ha già collaborato in passato, ovvero Enrico Montesano.
Il ruolo di Felice Roversi viene in un primo momento affidato a Felice Andreasi, il quale però poco dopo si ritira dal progetto, lasciando dunque spazio a Francesco De Rosa.
Il ruolo di Gabriella viene proposto in un primo momento a Edwige Fenech, che però rifiuta, e la parte viene dunque affidata a Catherine Spaak.
Infascelli pensa di affidare il ruolo dell'avvocato De Marchis ad Adolfo Celi, ma Steno suggerisce che l'attore interpreti il giudice, parte più adatta alle sue capacità attoriali. Il ruolo dell'avvocato è dunque appannaggio del caratterista Mario Carotenuto.
Le riprese iniziano il 20 giugno 1975, tenendosi principalmente a Roma. Le scene ambientate negli ippodromi vengono girate presso l'Ippodromo di Tor di Valle, mentre quelle ambientate in treno si effettuano lungo il tratto Roma-Formia-Napoli. Per girare tutte le riprese necessarie in treno, la tratta viene percorsa per ben quattro volte.
Steno ha molta fiducia nei due attori da lui scelti per i ruoli principali, tanto che concede loro per alcune scene di effettuare delle improvvisazioni. Tra queste vi è quella dello spot del whisky interpretato da Mandrake vestito da vigile, dove è in buona parte Proietti a inventarsi le varie storpiature dello slogan pubblicitario.
Per aiutare gli attori e le comparse a immaginare che stiano vedendo una corsa di cavalli, quando si gira a Tor di Valle il produttore Roberto Infascelli prende una bandiera e inizia a correre lungo il percorso, fingendo così di essere un cavallo.
Le riprese si concludono nell'agosto 1975.
Febbre Da Cavallo viene distribuito nei cinema italiani a partire dal 17 maggio 1976. La pellicola non ottiene un grande successo, arrivando infine a guadagnare circa duecento milioni di lire. Come una sorta di beffa, inoltre, l'anno successivo il produttore Roberto Infascelli muore in un incidente automobilistico.
Negli anni seguenti, Gigi Proietti trova la via del successo soprattutto a teatro e in televisione, mentre Steno ed Enrico Montesano si dedicano ad altri film, relegando Febbre Da Cavallo a una tappa poco significativa delle loro carriere.
Il destino viene però incontro a questo piccolo gioiello della commedia italiana. Col proliferare delle tv locali negli anni '80, il film (la cui acquisizione con ogni probabilità è a basso costo, visto che all'epoca è ritenuto un prodotto minore) inizia a essere programmato con successo e costanza da molte reti televisive, soprattutto del Lazio.
La portata di questa riscoperta è tale che anche le reti televisive nazionali cominciano a programmare questo film, donandogli così quello che lo stesso Proietti definisce un successo postumo, tanto che viene anche importato in alcuni paesi esteri.
Un successo che si concretizza in maniera ulteriore nel 2002, ventisei anni dopo Febbre Da Cavallo, quando esce un seguito della pellicola curato dai figli di Steno, Enrico e Carlo Vanzina e che vede il ritorno sia di Gigi Proietti che di Enrico Montesano... ma questa è un'altra storia.

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