A volte vediamo film strani o che riteniamo fuori dall'ordinario e, mentre la visione prosegue, siamo ben consapevoli della stramberia di ciò che stiamo osservando. Tuttavia non possiamo fare a meno di andare avanti, sino alla fine, per poi magari rimanere un po' interdetti.
Ecco, Mascots, film diretto da Christopher Guest, sceneggiato dallo stesso Guest e da Jim Piddock e distribuito su Netflix a partire dal 13 ottobre 2016, rientra in questa categoria di film.
Si sta per svolgere l'edizione annuale del Campionato Mondiale delle Mascotte, con tanti personaggi eccentrici e i loro peluche umani provenienti da tutto il mondo che sperano di vincere il premio più ambito, il Premioso d'Oro.
In questa insolita competizione, si intrecciano le storie di sei Mascotte e dei loro supporter, amici e familiari, in un crescendo che culminerà con la proclamazione del vincitore.
Questo film descrive un mondo che qui in Italia è praticamente ignoto e ci è arrivato filtrato solo attraverso altre pellicole del passato o documentari a sfondo sportivo: il mondo delle mascotte delle squadre professionistiche, siano esse di basket, calcio o altro.
Sì, quei tizi con costumi di solito da animali che si trovano ai bordi del campo, incitano il pubblico, ballano durante le pause tra un tempo e l'altro, scherzano con gli atleti e gli allenatori... e gli arbitri quando si può.
Questo è un mondo che non immaginavo fosse così competitivo, al pari delle partite delle squadre che si affrontano. Se infatti la pellicola ironizza e sottopone a satira questo insolito mondo, dietro di esso vi sono decine di persone che - certo animate anche da intenti monetari non così di basso profilo - perseguono il tutto con passione.
La pellicola si pone come una sorta di unione tra il finto documentario - con tanto di interviste alle Mascotte e ai loro supporter - e il finto reportage sul campo, con una sorta di dietro le quinte della competizione, dei giudici e dei drammi fuori e dentro la gara che avvengono tra i vari protagonisti di questa vicenda, tutti attori di seconda fascia, ma di cui ne riconoscerete almeno un paio.
Oltre forse a pagare il fatto che il fenomeno delle Mascotte è poco conosciuto da noi - quindi c'è il rischio di non capire come mai i protagonisti siano tanto esagitati e tengano a ciò che fanno - certe scene che vogliono essere serie o seriose si trascinano un po' troppo a lungo.
Di per sé questo film non è un capolavoro, credo neppure abbia la pretesa di esserlo, e rimane discretamente divertente, però la vostra soglia di tolleranza al surrealismo deve essere molto alta prima che vi approcciate alla sua visione.
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