Dopo Smetto Quando Voglio e Smetto Quando Voglio: Masterclass, si conclude la trilogia del nostrano Ocean's Eleven (e Twelve e Thirteen) con il capitolo intitolato Smetto Quando Voglio: Ad Honorem, diretto da Sydney Sibilia, scritto da Sydney Sibilia, Luigi Di Capua e Francesca Manieri e distribuito nei cinema nel novembre 2017.
Nei primi due capitoli ci siamo appassionati alle vicende della banda di scienziati, laureati e pasticcioni capitanata da Pietro Zinni. Quella che è iniziata come un'attività borderline di diffusione di droghe non sanzionate per superare la crisi economica, si è tramutata poi in una lotta contro la criminalità romana e la scoperta di una terribile minaccia.
Pietro Zinni (Edoardo Leo) e la sua banda sono finiti in carcere e a nulla sono servite le affermazioni dell'uomo secondo cui qualcuno sta progettando un attentato con del gas nervino.
Tuttavia la minaccia è reale e fa capo a Walter Mercurio (Luigi Lo Cascio), un uomo che ha un qualche misterioso legame con Pietro Zinni e che vuole fare una strage in un luogo pubblico di Roma.
Con l'intera banda in carcere, Pietro Zinni organizza un'ultima, disperata mossa: un'evasione di massa. Ma per riuscirci deve allearsi con un ex nemico, il Murena (Neri Marcorè).
Quando si riescono a chiudere tutti i fili in sospeso e a farlo in maniera coerente, magari forzando un po' la mano qui e là ma in limiti accettabili, si ottiene sempre un buon lavoro.
Sia il regista che gli interpreti tornano a omaggiare i film americani e certi loro topoi narrativi, che qui ritornano attualizzati e italianizzati nel giusto modo. A partire dal prison movie e la conseguente evasione in stile The Rock, per passare poi alla scomoda alleanza con un ex avversario per debellare una minaccia più grande e chiudere con le origini del villain, il quale ha un insospettabile legame col protagonista e lo incolpa della sua situazione.
Ma film corali come questo non funzionerebbero se il cast non fosse all'altezza. E come lo erano George Clooney e i suoi compari, altrettanto si può dire per Edoardo Leo e gli oltre venti attori che ruotano attorno a lui.
La cosa più ammirabile è come si sia riusciti a creare una giusta amalgama, laddove tanti personaggi spesso comportano lasciare spazio ad alcuni più di altri. E questo sicuramente avviene, ma ognuno riesce a trovare il proprio giusto momento di gloria.
E così la trilogia finisce. Non vi sono promesse o premesse di ulteriori sequel, anche se nel mondo del cinema non si può mai sapere. Il cerchio si chiude laddove è iniziato, presso un'università dove si forgiano le menti del futuro... e le speranze del presente.
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