Dopo l'uscita di Bianco, Rosso e Verdone la partnership lavorativa tra Carlo Verdone e Sergio Leone si interrompe. Pur rimanendo i due in buoni rapporti, Leone è convinto che l'attore e regista romano abbia ormai esaurito la sua vena creativa, non potendo replicare all'infinito la formula del film con i suoi personaggi caratteristici.
Rimasto senza contratto, per circa un mese Verdone, il quale si è anche sposato da poco, vive in uno stato di grande disperazione e - dietro esortazione di sua moglie - si reca all'università per poter partecipare a un'attività di assistentato, solo che il professore che gliel'ha proposta si è appena tolto la vita!
Sembra un ironico scherzo del destino e non esserci alcuna via d'uscita, ma all'improvviso arriva la chiamata che dà una nuova svolta alla carriera dell'attore.
Carlo Verdone viene contattato dal produttore Mario Cecchi Gori, il quale è rimasto colpito in maniera favorevole dall'episodio dell'emigrante di Bianco, Rosso e Verdone e vuole offrire un nuovo ingaggio all'attore romano. Verdone lo abbraccia, grato per la proposta: chiede solo che il nuovo film non sia più incentrato sui personaggi delle pellicole precedenti.
Mario Cecchi Gori non è interessato a questo, anzi, è convinto che Verdone possa concepire una buona commedia con un personaggio singolo e gli dà dunque carta bianca: se la pellicola avrà successo, sarà ricompensato.
Verdone chiede di essere assistito per la sceneggiatura da Enrico Oldoini, un giovane scrittore da lui ritenuto molto abile, ma in principio i due faticano a trovare la storia adatta, in quanto almeno sei soggetti iniziali vengono scartati, e la sceneggiatura finale non viene completata che dopo alcuni mesi.
Se Verdone riserva per sé il ruolo principale di Sergio Benvenuti, per il ruolo della protagonista Nadia Vandelli rimane conquistato dall'audizione di Eleonora Giorgi, la quale dimostra una spontaneità che si rivela essere perfetta per il personaggio.
A completare il cast principale, nel ruolo di Manuel Fantoni, vi è Angelo Infanti, un personaggio modellato in principio su Vittorio Gassman, dietro suggerimento di Oldoini. Solo che a quest'ultimo la parte non viene mai proposta, poiché all'ultimo minuto Verdone si convince che in realtà Infanti è perfetto per questa parte e riesce a persuadere di questo anche la produzione.
In un ruolo secondario invece, quello di Marcello, il compagno di stanza di Sergio, vi è Christian De Sica, all'epoca ancora sconosciuto al grande pubblico e cognato di Carlo Verdone.
Il titolo del film deriva da un commento che Verdone stesso fa a Eleonora Giorgi, tramite cui definisce la trama del film leggera, come una nuvola e il borotalco. Mario Cecchi Gori lo approva, ma si convince anche che la Manetti & Roberts - azienda titolare del marchio Borotalco - non rimarrà a guardare.
Per la colonna sonora, Verdone contatta Lucio Dalla - a maggior ragione se si pensa che il personaggio interpretato da Eleonora Giorgi è una sua grande fan - e gli chiede se sia interessato a comporla. Il cantante bolognese è disposto a concedere l'utilizzo di alcuni suoi pezzi, mentre per le canzoni originali suggerisce di fare affidamento sul gruppo che gli fa da supporto ai concerti dal vivo, ovvero gli Stadio capitanati da Fabio Liberatori.
Le riprese si svolgono a Roma e in questo film Verdone si riunisce per la terza volta di fila col fido caratterista Mario Brega, il quale ne approfitta, durante una scena del film - quella dove racconta del pestaggio ai danni di due bulli - per adattare un aneddoto, che nessuno può sapere se fosse veritiero o meno, che negli ultimi anni ha raccontato spesso, ovvero quello della scazzottata con Gordon Scott durante le riprese del film del 1964 Buffalo Bill - L'eroe del Far West.
Scazzottata causata dal fatto che, almeno secondo Brega, Gordon Scott in scena lo picchiasse per davvero e non fingesse.
Il giorno prima dell'uscita del film, Verdone riceve una telefonata da un irato Lucio Dalla. Costui ha infatti visto un'immagine promozionale della pellicola che, con ogni probabilità a causa di un errore di stampa, mostra il nome del cantante con caratteri più grandi rispetto a quelli di Verdone o di Eleonora Giorgi. Dalla non gradisce molto la cosa, sembra quasi come se il film lo avesse fatto lui.
Il cantante bolognese dichiara dunque che andrà a vedere la pellicola e, se non gli piacerà, farà causa sia alla produzione che a Verdone.
Borotalco viene distribuito nei cinema italiani a partire dal 22 gennaio 1982. La sera della prima Verdone e Oldoini sono carichi di tensione, poiché dalla riuscita o meno di questa pellicola dipende il futuro della loro carriera. I due comunque si rasserenano quando vedono uscire dal primo spettacolo molte persone che parlano tra loro dicendo che il film li ha fatti morire dalle risate.
Il mattino successivo, Lucio Dalla ricontatta Verdone: il cinema in cui si è recato era pieno in ogni ordine di posto e lui piuttosto ha preferito vedere il film seduto sul pavimento davanti allo schermo. È rimasto commosso dall'omaggio che gli è stato fatto e ha molto gradito la pellicola, dunque non intenterà causa.
Circa una settimana dopo l'uscita del film, come preventivato da Mario Cecchi Gori, la Manetti & Roberts contatta la produzione facendo notare come "Borotalco" sia un loro marchio registrato e dunque si debba cambiare il titolo per evitare una denuncia in tribunale.
Mario Cecchi Gori si reca allora di persona a Firenze, presso la sede principale della società, che alla fine - non è dato sapere se dietro ricevimento di qualche somma di denaro o semplicemente accontentandosi della pubblicità gratuita derivante da questo grande successo - non porta avanti la diffida.
Borotalco arriva infine a conseguire due Nastri d'Argento e cinque David di Donatello, tra cui quelli come miglior film e miglior attore sia a Carlo Verdone che a Eleonora Giorgi, oltre ovviamente alla miglior colonna sonora.
Carlo Verdone è riuscito infine a dimostrare di poter ideare un film che non faccia affidamento solo sui personaggi delle pellicole precedenti e, come promesso, Mario Cecchi Gori lo premia offrendogli un nuovo contratto per altre pellicole... ma questa è un'altra storia.
Poco da aggiungere, uno dei miei film di Verdone preferiti..semplicemente geniale nella trama. Un Mario Brega veramente dirompente :D
RispondiEliminaMitica la battuta:"Pieno de sangue a terra, a ettolitri!"
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