lunedì 27 settembre 2021

Fabolous Stack of Comics: Punisher - Platoon


Quando ha esordito nei fumetti, il personaggio del Punitore/Punisher era legato in maniera apparentemente indissolubile alla Guerra in Vietnam, all'epoca una ferita ancora aperta per il popolo americano (il  personaggio ha fatto la sua prima apparizione nel 1974).
Col passare degli anni e dei decenni, i riferimenti al Vietnam si sono fatti sempre più sporadici, per il consueto motivo che questo renderebbe troppo vecchio e datato il personaggio, fino a scomparire del tutto oggi.
C'è un autore, tuttavia, che non prescinde mai dal collegamento Punitore-Vietnam ed è Garth Ennis. Solo in Vietnam e non nelle successive guerre "tecnologiche", secondo l'autore, Frank Castle può aver sviluppato i demoni che costellano la sua vita e lo hanno spinto a portare avanti la sua crociata contro i criminali, anche quando i responsabili dell'uccisione della sua famiglia sono stati giustiziati.
Ma quando questi demoni ancora non esistevano? Cosa è accaduto a Frank Castle nel suo primo turno in Vietnam? A questa domanda risponde la miniserie di sei numeri pubblicata tra il 2017 e il 2018 Punisher: Platoon (Punisher: The Platoon), scritta appunto da Ennis e disegnata da Goran Parlov.
Il sottotenente Frank Castle, promessa dell'esercito americano, viene assegnato a un plotone di istanza in Vietnam, facendosi subito notare per la sua intraprendenza, ma anche per la conoscenza delle armi e la spietatezza nell'affrontare il nemico.
Proprio durante una delle prime sortite, Castle risulta l'elemento decisivo per sgominare un gruppo di soldati vietnamiti capitanati da Ly Quang, la quale è alla fine l'unica sopravvissuta e giura vendetta contro il futuro Punisher.
È l'inizio di una silenziosa lotta di volontà tra due anime che adorano la guerra e che sono destinate infine a incrociarsi in un drammatico scontro finale.
Quello che in storie come Born era stato più che suggerito, in questa miniserie viene ulteriormente chiarito: secondo Ennis, anche senza l'uccisione della famiglia, Frank Castle si sarebbe comunque imbarcato in una spirale di violenza, poiché essa è insita nel suo carattere, non può farne a meno. Quell'evento ha attivato qualcosa che già c'era, sepolta nel profondo dell'anima nera di Castle.
Non è di sicuro la prima volta che viene fatto in assoluto (anche se forse è la prima volta in un fumetto), ma è apprezzabile vedere come Garth Ennis rappresenti col giusto distacco e oggettività - l'autore proietta sé stesso nella storia tramite la figura di uno scrittore interessato alla vita di Castle e che intervista i suoi ex commilitoni - anche il punto di vista dei vietnamiti, i quali hanno vissuto gli orrori e le paure di un conflitto esattamente come gli americani.
La conclusione, da ambo i lati, è che la guerra che hanno condotto non ha portato altro che macerie, nei villaggi e nelle anime di entrambi i popoli.
Ly Quang è una sorta di omologo femminile di Castle: entrambi sono patrioti - deviati - fin nel midollo, entrambi sono guerriglieri nati che traggono gioia dall'affrontare il nemico sul campo di battaglia, entrambi non concepiscono un'esistenza al di fuori del suddetto campo di battaglia.
Tanto che il loro scontro finale non è un confronto tra due persone, bensì una lotta tra belve sanguinarie dove la ragione non trova spazio.
Punisher: Platoon riesce a essere una storia antimilitarista senza utilizzare facili retoriche o sensazionalismi, ma mostrando un uomo (Frank Castle) per ciò che è, un pazzo omicida che si nasconde dietro l'aspetto di un bravo soldato. E molte altre persone, in bilico sul precipizio della follia e non necessariamente perché sono reduci di guerra, rischiano ogni giorno di diventare come lui.

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