Il tema della maternità è molto delicato, ancor di più nella società attuale, più sfaccettata che in passato e che infine inizia a vedere come ordinario - eccezion fatta per i soliti bigotti - il fatto che l'essere madre non debba necessariamente essere solo un fatto biologico.
Uno dei film incentrati sul concetto di maternità è Juno, del 2007, interpretato da Elliot Page, che torna a trattare questo tema in Tallulah, pellicola diretta da Sian Heder e distribuita su Netflix a partire dal 29 luglio 2016.
Tallulah (Page) è una ragazza senza fissa dimora che vive di espedienti. Un giorno, dopo che Tallulah si è infiltrata in un hotel, una donna di nome Carolyn (Tammy Blanchard), scambiandola per una inserviente le chiede di badare a sua figlia neonata Maddy mentre è via.
Tallulah nota che Carolyn non ha a cuore la propria figlia e non tiene in alcun conto le sue necessità, così d'impulso decide di prendere la bambina con sé. Disperata e ricercata dalla polizia, Tallulah si rifugia da Margo (Allison Janney), la madre di un suo ex ragazzo a cui dice che Maddy è nata dal rapporto tra lei e suo figlio.
Questo è un film su tre donne viste attraverso l'ottica di un'altra donna (la sceneggiatrice e regista Sian Heder). Donne che, ognuna per i propri motivi, in principio cercano di evitare le proprie responsabilità, ma infine trovano dentro di sé la forza per reagire.
A partire da Tallulah, che cerca sempre di sfuggire alla vita così come sfugge ai creditori col suo camper, fin quando la vita stessa le presenta infine il conto. E stavolta, grazie alle esperienze vissute con Maddy e Margo, non scappa più e - pur sapendo che questo le costerà la prigione - si fa carico dei propri errori.
C'è poi Carolyn, una donna infelice della sua vita matrimoniale che la porta però anche a trasferire sulla piccola Maddy le proprie insicurezze e la propria rabbia. Quando la bambina le viene portata via, però, la donna capisce quando sia affezionata a lei e cambia atteggiamento, ritrovando oltre che sua figlia anche sé stessa.
Infine abbiamo Margo. Lei è un'eremita: separata dal marito, in rotta col proprio figlio e rinchiusa nel suo appartamento, da cui esce solo per fare delle conferenze sui libri da lei scritti. L'esperienza che vive insieme a Tallulah e Maddy, però, la cambia. Stringe nuovi legami, riallaccia i rapporti col figlio, viene a patti con la separazione dal marito ed esce dal suo appartamento in maniera più frequente.
Questa pellicola dunque si rivela un prodotto ben riuscito che è in grado di parlare con efficacia del tema delicato della maternità... e non solo.
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