Secondo story-arc della serie regolare dedicata a Savage Dragon, il personaggio ideato da Erik Larsen quando era praticamente un adolescente e che alcuni anni dopo ha trovato il modo di apparire sulle pagine di un fumetto. Dopo Una Forza con cui Fare i Conti, ecco dunque In Ginocchio (The Fallen), che comprende i numeri dal 7 all'11 della testata.
Il precedente story-arc si era concluso con Dragon e il tenente di polizia Frank Darling pronti ad attaccare Overlord, il responsabile di molte delle loro sventure. L'assalto non va tuttavia a buon fine: Darling viene apparentemente ucciso, mentre Dragon viene mutilato e rimane gravemente ferito.
Questo, tuttavia, è solo l'inizio di altre (dis)avventure per il nostro eroe, che apprenderà qualcosa di più sui suoi poteri e avrà una piccola svolta nella sua vita.
Dopo la prima miniserie e i primi sei numeri della serie regolare, l'ambientazione e il cast dei comprimari risultano abbastanza ben definiti, quindi... cosa c'è di meglio che scuoterli un po'? Interessante anche notare come - in puro stile di quell'epoca (A.D. 1993/1994) - a parte il nome di battaglia del protagonista non si sappia nulla. Ma proprio nulla. E già due possibili origini sono state sconfessate.
La parola d'ordine di questo nuovo story-arc è splash page (ok, lo ammetto, sono due parole), le quali abbondano in ogni dove. Il settimo numero ad esempio è composto solo e unicamente da pagine con una singola vignetta.
C'è da riconoscere a Larsen - aldilà del fatto che una persona possa non apprezzare o meno il suo stile - che cerca sempre di variare, penso lo faccia in primo luogo per sé stesso, di creare nuova dinamicità, di modo tale che i vari personaggi non compiano sempre le stesse mosse o rimangano confinati nello stesso tipo di vignetta.
Se Savage Dragon ha un fattore rigenerante alla Wolverine (gli ricresce pure una mano), Overlord appare invece come un Dr. Destino della criminalità di Chicago, con tanto di maschera e nessuna esitazione nell'eliminare chi non esegue i suoi ordini. Si può abbandonare la Marvel, dunque, ma la Marvel non abbandona te.
Rispetto al passato, c'è qualche momento di riflessione in più (miracolo!). Prima c'erano così tante botte che, alla fine, ti menavi da solo pur di continuare il trend. Questo approccio leggermente diverso, invece, dà giovamento alla serie, la quale si assesta così su binari supereroistici più consueti e può aprire a nuove percorsi narrativi da intraprendere, con in aggiunta qualche colpo di scena ben calibrato.
Perché non di sole botte da orbi vive il fumettista.
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