1961: Iniziano a diffondersi nella comunità scientifica le prime ricerche sul cosiddetto cromosoma 47, il cromosoma XYY. Ogni essere umano di sesso maschile di solito ha 46 cromosomi, gli ultimi due con fenotipo XY, ma seppur in maniera rara si può verificare questa condizione del doppio cromosoma finale YY alla nascita.
Questa anomalia genetica può portare a disturbi e problemi nell'apprendimento, ma con le tecniche di oggi è facilmente risolvibile, anche se scoperta in un momento successivo alla nascita.
Tale anomalia si diffonde presso il grande pubblico quando alcuni studi di stampo lombrosiano la collegano alla delinquenza, affermando che chi nasce col doppio cromosoma finale YY è naturalmente portato per la criminalità.
Tali teorie, basate a quanto pare su campioni statistici falsati (le indagini vengono fatte quasi esclusivamente sulla popolazione carceraria), vengono poi smentite in maniera categorica una volta che il campione statistico diviene più ampio.
Tuttavia, suddette teorie fanno anche in tempo a divenire uno dei temi centrali del secondo film di Dario Argento, nonché secondo capitolo della cosiddetta Trilogia degli Animali.
Il regista romano aveva incontrato molte difficoltà a realizzare il suo primo lungometraggio, L'Uccello dalle Piume di Cristallo, in quanto ostacolato più volte dal produttore Goffredo Lombardo della Titanus, il quale a un certo punto cercò anche di sostituirlo con un altro regista.
Quando però la pellicola ottiene un grande successo negli Stati Uniti, Goffredo Lombardo viene contattato dai distributori americani, i quali dichiarano di volere un altro thriller. E di volerlo in tempi brevi. Il produttore, allora, riallaccia i rapporti con Dario Argento e si riconcilia con lui per portare avanti questo nuovo progetto.
Intravedendo la possibilità di continuare il suo percorso artistico, Dario Argento accetta di girare un nuovo film per la Titanus prodotto dalla SEDA Spettacoli, gestita da lui e da suo padre Salvatore Argento. Per il finanziamento entrano in gioco anche somme di denaro tedesche e americane.
Proprio i distributori americani, che hanno premuto per la realizzazione di questa nuova pellicola, chiedono e ottengono che nei ruoli principali vi siano due attori americani riconosciuti nel loro paese: James Franciscus (che ha appena concluso le riprese del seguito de Il Pianeta delle Scimmie - L'Altra Faccia del Pianeta delle Scimmie - e dunque si trova sulla cresta dell'onda) e Karl Malden. Il regista ha invece libertà di manovra per quanto riguarda gli altri protagonisti.
Dario Argento è in contatto con due aspiranti, promettenti sceneggiatori di nome Luigi Cozzi e Dardano Sacchetti, quest'ultimo futuro ideatore del personaggio di Er Monnezza, che il regista ha conosciuto durante la lavorazione de L'Uccello dalle Piume di Cristallo tramite amici comuni.
I due presentano al regista alcuni soggetti, che però lui non ritiene essere interessanti, tranne uno, che visiona di ritorno da una vacanza. Dardano Sacchetti è infatti abbonato alla rivista Scientific American, dove in quel periodo stanno comparendo alcuni articoli basati sul cromosoma XYY e le presunte tendenze criminali di chi lo possiede.
Basandosi su questi presupposti, per quanto all'epoca già contestati, Sacchetti con Cozzi idea un soggetto che viene acquisito dalla Titanus dietro un compenso di un milione di lire. Tale soggetto viene poi ampiamente revisionato ed espanso prima come trattamento di 40 pagine, poi come sceneggiatura da Dario Argento, il quale vi inserisce anche i temi esoterici a lui cari.
Per il cognome del non vedente interpretato da Karl Malden, Arnò, il regista omaggia un chiaroveggente di Torino che gli aveva predetto il successo negli Stati Uniti de L'Uccello dalle Piume di Cristallo e alcuni dati sul film che all'epoca nemmeno Dario Argento poteva sapere.
La produzione vorrebbe che il film fosse girato all'estero, per renderlo più appetibile per il mercato americano, ma il regista è di diverso avviso e intende ambientare il film nella città di Torino, da lui e molti altri ritenuta una città dalle caratteristiche esoteriche. Inoltre è del tutto convinto che un buon film giallo possa e debba ambientarsi anche in territorio italiano, come da lui dimostrato col suo primo film.
E dunque, per alcune settimane, Dario Argento va personalmente alla ricerca dei luoghi della capitale piemontese più adatti alle riprese, passandovi anche più volte. Tanto che a un certo punto qualcuno si insospettisce, scambiandolo per un ladro, e chiama la polizia, la quale inizia a inseguirlo.
Le riprese iniziano in via ufficiale il 3 settembre 1970, per concludersi il 29 ottobre. Come voluto da Dario Argento, si tengono principalmente a Torino, ma per ragioni logistiche parte di esse si svolgono anche a Roma e Pomezia. Per le scene ambientate nell'Istituto Terzi, vengono messe a disposizione alcune sale del Ministero dei Trasporti di Roma.
La sceneggiatura originale prevede una scena finale, regolarmente girata, in cui dopo l'uccisione dell'assassino, il personaggio di Carlo Giordani si risveglia in un letto, con fasciature attorno al suo corpo dovute alle ferite riportate durante lo scontro con il criminale, e con accanto a lui Anna Terzi, con la quale si è riconciliato.
Tale scena, tuttavia, viene eliminata nel montaggio finale.
Il Gatto a Nove Code viene distribuito nei cinema italiani a partire dall'undici febbraio 1971. A fronte di un budget di un milione di dollari, la pellicola arriva infine a incassare sul territorio italiano circa due miliardi e mezzo di lire, ottenendo anche un grande successo oltreoceano. Questo permette a Dario Argento di affrancarsi infine dalla Titanus per poter perseguire un nuovo percorso artistico.
Anche perché non è rimasto del tutto soddisfatto del film e l'imposizione per il protagonista di un attore troppo americano nel modo di recitare come James Franciscus nei panni di un personaggio italiano non ha reso la cosa credibile.
A dimostrazione comunque che questo tipo di pellicola inizia a prendere piede anche in Italia, dopo Il Gatto a Nove Code cominciano a essere girati altri film del mistero che hanno nel titolo il nome di un animale. Ulteriore fatto che spinge il regista romano a non sfruttare oltre questo tipo di approccio cinematografico.
E così, dopo questo secondo atto, Dario Argento si appresta a chiudere la Trilogia degli Animali con 4 Mosche di Velluto Grigio... ma questa è un'altra storia.
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