venerdì 14 ottobre 2022

Netflix Original 80: Game Over, Man!


"Game Over, Man! Game Over!" diceva il grande Bill Paxton in una celebre battuta improvvisata di Aliens - Scontro Finale. Uno dei film che hanno segnato il genere action nel celeberrimo decennio degli anni '80 del ventesimo secolo.
Un genere che viene omaggiato - se così possiamo dire - in Game Over, Man! (e vai di citazione!), scritto da Adam DeVine, Blake Anderson, Anders Holm, Kyle Newacheck, diretto da Kyle Newacheck e distribuito su Netflix a partire dal 23 marzo 2018.
Tre inservienti di un hotel, Alexxx (Adam DeVine), Joel (Blake Anderson) e Darren (Anders Holm), vivono le loro vite senza troppi pensieri, fantasticando su progetti impossibili che potrebbero arricchirli.
Quando nell'hotel dove lavorano giunge un ricco imprenditore, Bae Awadi (Utkarsh Ambudkar), i tre pensano di sottoporgli uno di questi strampalati progetti, ma prima che possano farlo l'edificio viene preso d'assalto da dei terroristi capitanati da Conrad (Neal McDonough).
Essendo gli unici sfuggiti alla cattura, i tre inservienti devono divenire gli eroi della situazione... tra figuracce e doppi sensi a profusione.
Sì, questo film è l'omaggio parodistico del classico film action che dominava principalmente quaranta/trent'anni fa, a cominciare da Trappola di Cristallo (Die Hard), che viene anche espressamente citato, passando per 300, Le Iene e giungendo persino a Mamma, Ho Perso l'Aereo (con tanto di cameo di Daniel Stern nel ruolo del manager dell'hotel).
C'è da dire che in queste pellicole non troverete le situazioni scurrili e un tantinello sopra le righe che invece abbondano, pure troppo, in questo film. Sì, perché oggi va di moda affermare che "non si può dire più niente!", ma qualcuno deve essersi scordato di portare questo messaggio alla produzione di Game Over, Man!.
Qui assisterete infatti ad atti di crudeltà verso gli animali, omofobia, body shaming, sessismo e pregiudizi razziali (il tutto ovviamente non fatto in malafede, seppur qualche dubbio verso la fine mi sia venuto al riguardo, ma con l'obiettivo di cercare di strappare qualche risata, anche se risulta sempre complicato).
Alcune battute peraltro risultano azzeccate, ma altre di queste situazioni, tuttavia, rimangono abbastanza fini a sé stesse e vengono messe in scena solo per scioccare lo spettatore (gente che se ne va in giro e giocherella con i propri attributi evirati anche no, per amor di Odino!) o aumentare la tensione, nonostante sia più preminente la commedia.
L'omaggio al genere action in sé è stato anche apprezzato, sarebbe forse stato meglio ridurre alcune delle situazioni scurrili che ripetute in maniera continua dopo un po' non arrivano più al loro obiettivo, anche se questa è una "cifra stilistica" - definiamola così - di alcune commedie americane e i tre attori principali ne sono tra gli esponenti.

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