mercoledì 19 ottobre 2022

Netflix Original 81: Paradox


Succede qualche volta anche a voi, giusto? Iniziate a vedere un film che magari presenta in sé qualche aspetto surreale (e in questo non c'è nulla di male, ovviamente), aspettate di capire dove va a parare e infine andate a sbattere contro un muro.
Essere spettatori di questa tipologia di pellicole comporta questo tipo di rischio e un tonfo forte lo sperimenterete guardando Paradox, film scritto e diretto da Daryl Hannah (sì, proprio la nostra amata Pris) e distribuito su Netflix a partire dal 23 marzo 2018. Temo che farò molta fatica a scrivere un articolo lungo al riguardo.
Anche perché non c'è molto di cui parlare. Sostanzialmente un gruppo di cowboy, ovvero Neal Young e la sua band e Willie Nelson, vivono sulle montagne giocando a carte, rapinando banche di semi, discutendo di dilemmi esistenziali mentre sono al cesso e aspettando un qualche tipo di evento di natura magica.
Nel mentre si dilettano suonando e cantando alcuni pezzi musicali, un paio dei quali anche davanti a un folto pubblico... a meno che non sia una scena onirica.
Questo è quanto. Come avete intuito, una trama, una storia vera e propria non c'è, forse non pretende nemmeno di averla. Anche se c'è un messaggio di fondo, che è quello per cui bisogna rispettare la natura e sfruttare le risorse della Terra in maniera oculata.
Che è un messaggio utile di questi tempi, ci mancherebbe, solo che viene veicolato in una maniera così surreale che a un certo punto si inizia a pensare che sia anch'esso un contenuto surreale, parte di quella magia che pervade la valle dove si trovano i cowboy e dunque da non tenere troppo in conto. Greta Thunberg è un po' più efficace.
Seppur il minutaggio della pellicola non sia così elevato, un paio di volte il calo della palpebra è stato per me palpabile, in un'occasione anche accaduto... ma credo di non essermi perso un momento fondamentale del film. Tuttavia, almeno ci si è provato a dire qualcosa di diverso dal solito in un modo diverso dal solito, di questo bisogna dare atto.
Però almeno una cosa in positivo occorre dirla: la soundtrack è davvero ben fatta, c'è un insieme di pezzi diversi tra loro e ognuno di questi viene ben interpretato dal cantante di turno. Almeno le canzoni sono cose reali e non oniriche.

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