lunedì 13 ottobre 2025

Libri a caso: Sherlock Holmes e gli Orrori del Miskatonic


Sherlock Holmes contro Chtulhu e i Grandi Antichi. Uno scontro impossibile, improbabile... ma nulla è davvero impossibile per la narrativa, come ha dimostrato Sherlock Holmes e le Ombre di Shadwell, primo romanzo di una trilogia.
E così l'autore, James Lovegrove, ritorna sul "luogo del delitto" col seguito Sherlock Holmes e gli orrori del Miskatonic (Sherlock Holmes and the Miskatonic Monstrosities), pubblicato nel 2017.
Sono passati quindici anni dagli eventi del primo libro e ci troviamo dunque nel 1895. Sherlock Holmes non ha mai apparentemente perso la vita lottando contro Moriarty presso le Cascate Reichenbach e in tutti questi anni ha combattuto contro gli orrori generati dai Grandi Antichi che tormentavano gli esseri umani.
John Watson, sotto forma di racconti opportunamente rivisti, ha poi pubblicato queste avventure, decidendo poi di rinunciare alla scrittura a seguito dell'uccisione della moglie da parte di uno degli emissari dei Grandi Antichi.
I due - seguendo un'indicazione di Tobias Gregson - si recano presso un ospedale psichiatrico dove vi è internato un paziente senza nome che si esprime solo tramite un ignoto linguaggio. Tale linguaggio è in realtà quello parlato dai Grandi Antichi e presente nel Necronomicon, ben noto ad Holmes.
Costui riesce ad intuire l'identità del paziente, collegandola a un misterioso caso di sparizione avvenuto poco tempo prima negli Stati Uniti che sta per colpire con tutto il suo orrore anche Londra e il mondo intero.
Questo è il capitolo centrale di una trilogia, ma non ne rappresenta una pura e semplice continuazione senza approfondire troppo le tematiche concepito nel romanzo iniziale.
Anche stavolta la "formula vincente" si ripete. L'autore riprende alcune celebri storie di Arthur Conan Doyle come Il Segno dei Quattro, L'Avventura della Casa Vuota e Il Mastino dei Baskerville per riadattarle in questo nuovo contesto.
I personaggi però sono cambiati e non potrebbe essere diversamente. Il primo libro rappresentava la loro prima alleanza e il primo scontro con questi incredibili orrori. Gli anni passati hanno forgiato i loro caratteri, ma hanno anche richiesto un alto prezzo da pagare (la perdita della moglie per Watson, la forte dipendenza dalla cocaina per Holmes).
L'entusiasmo e la sorpresa della prima storia diventano dunque consapevolezza mista a un quasi senso di rassegnazione in questo seguito: poiché quante volte si possono affrontare pericoli che sfuggono alla comprensione umana prima di perdere il senno?
Dopotutto, però, ci troviamo di fronte a due persone non comuni. E così Holmes e Watson, andando a fondo nell'indagine e nei misteri che si ritrovano a scoprire, ritrovano quella vitalità e quel desiderio di risolvere i casi (sovrannaturali) più intricati che anni di battaglie avevano assopito.
Nel mezzo il ritorno di antichi avversari, un lungo interludio nel solco di Arthur Conan Doyle e varie scene di passaggio che contribuiscono a dare continuità al tutto. E la sottolineatura che, se i Grandi Antichi possono influenzare il nostro mondo ancora, questo è dovuto in gran parte alla malvagità degli esseri umani.
Perché gli dei possono avere scopi imperscrutabili, ma gli uomini o la feccia di essi sono guidati talvolta dai più bassi istinti.

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