venerdì 31 ottobre 2025

Libri a caso: Il Libro dei Baltimore


Dopo aver indagato sulla scomparsa di Nora Kellergan e aver scoperto La Verità sul Caso Harry Quebert, lo scrittore Marcus Goldman - e di concerto il suo ideatore, Joël Dicker - tornano a percorrere i viali della memoria con un nuovo romanzo, che si concentra stavolta su tematiche differenti ma pur sempre comuni a molte persone.
Si tratta di Il Libro dei Baltimore (Le Livre des Baltimore), pubblicato nel 2015.
2012: Mentre si trova in Florida per lavorare al suo nuovo romanzo, Marcus Goldman rientra in contatto col suo primo amore, Alexandra Neville, che non vede da otto anni e con cui ha rotto in maniera brusca per qualche ignoto motivo.
Questo lo riporta a tempi più lontani, quelli dell'infanzia e adolescenza, quando passava buona parte del proprio tempo insieme ai cugini, Hillel e Woody, della famiglia Goldman di Baltimore, nel Maryland, il cui padre Saul è il fratello maggiore del padre di Marcus.
Una compagnia, la Gang dei Goldman, che come ogni ragazzo di quell'età si divertiva e cercava di capire quali potessero essere il proprio futuro e le proprie passioni.
Fino a quando è accaduto qualcosa, qualcosa di tragico che ha segnato per sempre le vite di tutti. Cosa è successo alla Gang dei Goldman? Quale tragedia ha tracciato un prima e un dopo?
Dopo l'amicizia, tema fondamentale del primo libro e le luci e le ombre che possono caratterizzarla, in questo nuovo romanzo si parla di famiglia e di come questa si evolva. Non solo famiglia nel senso "classico", mi si passi il termine, ma quella che ognuno giunge nel corso della vita a ritenere la propria famiglia.
Quella che potremo dunque definire una famiglia allargata. Penso sia comune a molte persone, quando sono stati bambini o adolescenti, l'aver legato con dei coetanei dei propri zii o vicini e aver condiviso con loro - quando ancora le responsabilità non toccano un'esistenza - momenti divertenti e piacevoli che si vorrebbe non finissero mai.
Momenti che invece prima o poi finiscono, perché si cresce e le priorità cambiano, ma i ricordi rimangono intatti (i famosi "bei tempi in cui...").
Joël Dicker prende questo tema e lo inserisce all'interno di una cornice americana molto figlia dei prodotti televisivi e cinematografici (poi, per carità, gli Stati Uniti sono anche questo) caratterizzata dal Thanksgiving, il football americano, il bullismo a scuola e il sogno americano, in ultima analisi. Per dimostrare come si possa arrivare alla felicità e realizzazione personale, seppur in via tortuosa.
Diversamente dal primo romanzo, dove il protagonista arriverà a conoscere una verità sconvolgente, qui la verità è a lui già nota, avendola vissuta in prima persona, e quello che diventa interessante per il lettore è scoprirne i vari aspetti, che vengono rivelati man mano in un viaggio narrativo temporale che parte dal 1969 per arrivare al 2013.
Un viaggio nella memoria, che alterna i diversi periodi temporali e che diventa inoltre un mosaico narrativo dove lentamente tutti i pezzi vanno al loro posto per formare un quadro completo.
Quasi quarantacinque anni, tre generazioni di famiglie che - come accade a tutte le famiglie - vanno incontro a delle gioie e delle sofferenze che le segnano, tra rapporti che si infrangono e si ricompongono, alcuni momentaneamente, altri per sempre.
Nella storia il protagonista fa pace con una parte del suo passato, dando appunto un significato diverso  a quei ricordi che lo avevano segnato e che lo avevano portato ad allontanarsi da alcune zone e persone, tema accennato ma non approfondito nel primo libro.
L'autore ci suggerisce che - per quanto a volte certe amicizie possano finire in maniera tragica o brusca - è meglio aggrapparsi alle memorie felici di quei tempi piuttosto che rimuginare su ciò che ne ha causato la fine.
Così facendo Marcus Goldman può infine andare avanti, sia col suo romanzo che con la sua vita, non dimenticando le lezioni che il passato gli ha insegnato, in maniera inevitabile anche in modo doloroso.

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