sabato 11 ottobre 2025

Italians do it better? 60: Diva Futura (2025)


I biopic delle più importanti personalità italiane, quelle che hanno segnato la storia con la S maiuscola, vengono spesso sviluppate sotto forma di sceneggiato televisivo. In quanto devono essere prodotti più che rassicuranti che sottolineino le luci del personaggio, ma ben si guardino dall'indicarne le ombre (diversamente dal cinema americano, che pure spesso e volentieri scivola nel patriottismo).
Cosicché al cinema rimangono quelle personalità che forse la storia con la S maiuscola non l'hanno segnata, eppure una traccia di sé l'hanno lasciata. Come nel caso di Diva Futura, scritto e diretto da Giulia Louise Steigerwalt e distribuito nei cinema nel febbraio 2025.
Fin da piccolo, Riccardo Schicchi (Pietro Castellitto) rimane intrigato dalla figura femminile nel suo aspetto più lussurioso e decide di scardinare quell'aura di perbenismo e ipocrisia presente nella società italiana negli anni '70 del ventesimo secolo.
Così negli anni successivi, con al suo fianco soprattutto tre donne dalla forte personalità come Ilona Staller (Lidija Kordic), Moana Pozzi (Denise Capezza) ed Eva Henger (Tesa Litvan), Schicchi crea un impero del cinema pornografico che trova il suo emblema nella società da lui stesso fondata, ovvero Diva Futura.
Tuttavia la società italiana non più perbenista, che è cambiata anche grazie a lui, continua a cambiare troppo in fretta con l'avvicinarsi del nuovo millennio e Riccardo Schicchi - di fronte all'arrivo della tecnologia e di Internet - inizia a sperimentare le prime difficoltà e a veder crollare quei sogni di ragazzo.
Possiamo dire che questo film è la versione italiana di Boogie Nights? Forse il paragone è troppo azzardato, ma entrambe le pellicole si incentrano sull'ascesa e il declino di un certo cinema pornografico (genere che ancora oggi macina migliaia di euro) degli albori.
Se però il film americano utilizzava personaggi fittizi basati su personalità reali, quello italiano individua in Riccardo Schicchi (nome che oggi dirà poco alle giovani generazioni) il principale esponente di quel periodo che, volenti o nolenti, ha cambiato la società italiana.
Ma siccome l'essere umano possiede sia pregi che difetti, Schicchi viene ritratto sì nei suoi tratti migliori, ma non ne vengono nascoste le ombre.
Come nelle complicate relazioni amorose che si trova ad affrontare e di cui non vuole accettare la fine. O negli scambi di vedute con la segretaria Debora Attanasio (Barbara Ronchi), da un cui libro è stata tratta questa pellicola, che a un certo punto in una scena dal forte impatto dice a Schicchi che se il cinema porno ha preso una deriva che arriva a far vedere donne picchiate e sodomizzate per il piacere dello spettatore ne ha una buona parte di responsabilità anche lui.
Il rapporto ritratto sullo schermo tra Schicchi e Debora Attanasio è pieno di umanità e rispetto, nonostante le divergenze, e risulta a mio avviso la parte migliore del film. Con quel continuare da parte di Schicchi a definire sempre la segretaria "Signorina" o aiutandosi a vicenda durante i momenti di difficoltà.
L'altro, inevitabile protagonista è il corpo femminile, ma non in un'accezione negativa o pruriginosa. Film come The Substance hanno dimostrato che le registe inquadrano le nudità in maniera differente dai registi, che perlopiù si comportano come se fossero spie che guardano dal buco della serratura. Il corpo femminile - non celato - è quello che ha segnato le fortune di Diva Futura, ma anche i suoi momenti bui.
Quindi lo sguardo della regista e anche dello spettatore passa dall'ammirazione all'interrogarsi quanto oltre ci si possa spingere. La visione del corpo nudo di Moana Pozzi segnato dalla malattia negli ultimi mesi di vita è la dimostrazione di come esso possa rivelarsi traditore, a volte.
In ultima analisi, Diva Futura ritrae i vari protagonisti nelle loro peculiarità e dandoci un ritratto umano con cui poter empatizzare. Alla fine Riccardo Schicchi è rimasto quel ragazzo che aveva dei sogni e, a modo suo, ha cercato di realizzarli. 

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