Il western, la frontiera americana che vediamo nelle storie di Tex Willer non è quella che abbiamo imparato a conoscere col cinema statunitense coi vari John Wayne e Gary Cooper. E ancor meno è la vera frontiera che i coloni americani hanno affrontato e vissuto.
Piuttosto è un mondo a parte dove, sì, spopolano ranger, cowboy e pistoleri criminali, ma saltuariamente fa capolino un elemento insolito in questo contesto: la magia. Insolito tranne che qui, dove è quasi di casa, come hanno già abbondantemente dimostrato le storie che hanno visto Mefisto come avversario dei pards.
E quindi non stupisce che Tex Willer affronti un'altra minaccia soprannaturale in La Piramide Misteriosa, pubblicata nel 1979 sugli albi 228 e 229 della serie dedicata a Tex, scritto da Gianluigi Bonelli e disegnato da Guglielmo Letteri.
Tex e Kit Carson, che devono affrontare un lungo viaggio, decidono di sostare per una notte presso la dimora di un loro amico e alleato, El Morisco.
Tuttavia la situazione è tesa poiché costui e il fido Eusebio sono stati presi di mira da strani animali esotici che attaccano la loro casa. Tex riesce a ucciderne alcuni con abilità e fortuna, scoprendo che questi animali provengono dalla piramide dove dimora un sacerdote egiziano di nome Rakos.
Costui, maledetto da Iside nell'antichità, ora vive una vita immortale in cui gli è preclusa la luce del sole e che deve essere dominata dalla malvagità. In El Morisco ha trovato un potente avversario che deve essere eliminato, ma Rakos non ha fatto i conti con Tex Willer e la sua infallibile mira.
Ora, in massima trasparenza, vedere una piramide egizia, visibile anche da lontano, comparire nel bel mezzo della prateria americana senza che nessuno se ne sia mai accorto o l'abbia comunque segnalato è difficile da mandar giù...
Ma se si riesce ad andare oltre questo aspetto ci ritroviamo di fronte alla più sfrenata - ma anche consueta - delle avventure di Tex che, insieme a Kit Carson, si ritrova a proteggere una persona in pericolo, in questo caso un suo caro amico e alleato.
La differenza rispetto alle altre storie del ranger texano è il preminente elemento sovrannaturale, anche se non manca una tribù di indiani a proteggere Rakos, giusto per dar vita a qualche sparatoria. Animali parlanti, maledizioni di antichi dei egiziani, amuleti mistici e pozioni magiche non ci sembra di averle viste nei film con John Wayne ma, in quello che è un western fatato quale quello dove Tex agisce, risultano pienamente accettabili.
Ed essendo lui l'eroe della situazione, non si fa problemi a gettarsi nei duelli o affrontare le minacce mistiche di Rakos senza interrogarsi più di tanto. Nella maniera di agire semplice e immediata che Tex ha, ogni problema può essere risolto da una pistola o dal suo Winchester.
Per Gianluigi Bonelli, avido lettore e spettatore di film, queste storie erano un veicolo per dare libero sfogo alla sua immaginazione sfrenata, senza porsi troppi problemi di verosimiglianza o eccessivo realismo. Il tempo ha dimostrato che ha fatto bene ad agire in questo modo.
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