mercoledì 7 settembre 2022

Prime Video Original 30: Samaritan


Da oltre vent'anni al cinema impera l'estetica dei fumetti supereroistici, dopo sporadici e ben riusciti prodotti come il Superman di Richard Donner o il Batman di Tim Burton. A seguito dei primi film incentrati sugli X-Men e Spider-Man, tale estetica è stata ulteriormente rimodellata da Kevin Feige per plasmare, insieme a un notevole manipolo di autori, il Marvel Cinematic Universe.
E quando il cinema scopre una nuova gallina dalle uova d'oro, si impegna a far produrre il maggior numero di uova possibili. Abbiamo così visto addirittura supereroi creati ex novo per il cinema, come Jolt, o pescati dal mucchio personaggi così minori che nemmeno i loro ideatori si ricordano più di loro.
Ne è un ottimo esempio Samaritan, personaggio comparso in una graphic novel del 2014 pubblicata dalla sconosciutissima casa editrice Mythos Comics, ma comunque opzionata per un film diretto da Julius Avery, sceneggiato da Bragi F. Schut (creatore del personaggio) e distribuito su Amazon Prime Video a partire dal 26 agosto 2022.
A Granite City un tempo si confrontavano un supereroe e un supercriminale, Samaritan e Nemesis, i quali erano anche fratelli gemelli. Fino a quando un ultimo scontro presso la centrale elettrica della città ha causato la presunta morte di entrambi.
Svariati anni dopo, Sam Cleary (Javon Walton), un giovane ragazzo che vive nei quartieri poveri della città, si convince che un netturbino di nome Joe (Sylvester Stallone) sia in realtà il supereroe Samaritan, che ha deciso di ritirarsi dopo quell'ultimo scontro.
Col tempo i due iniziano a legare, mentre su Granite City si profila una nuova minaccia, il nuovo Nemesis Cyrus (Pilou Asbæk), un delinquente di mezza tacca che è riuscito a trafugare la maschera e la mazza del Nemesis originale e intende utilizzarle per conquistare la città attizzando la rabbia della gente povera. E solo Samaritan può fermarlo... se davvero è ancora vivo.
Come buona parte dei prodotti a cui partecipa come attore, Sylvester Stallone ha ritagliato per sé anche il ruolo di produttore e il suo tocco in tal senso si nota, circondandosi di un regista di discreto livello che di sicuro non contesta le sue decisioni e di buoni comprimari che non offuscano la sua presenza, anche quando non è presente fisicamente sullo schermo (seppur il suo contendente faccia davvero un buon lavoro, nonostante la povertà narrativa del suo personaggio che appare come un Bane acquistato su Wish).
Ben descritto, forse la caratteristica migliore del film, il rapporto tra Sam e Joe, l'aspetto di sicuro più prettamente supereroistico, che è ispirato non so quanto volutamente alle interazioni tra eroi e giovani sidekick che dominavano durante la Golden Age dei fumetti (in particolare quella tra Batman e Robin), opportunamente modernizzate in un nuovo contesto sociale e storico.
Samaritan appare infatti l'eroe del popolo, di quelle classi povere provate da una politica economica scellerata degli ultimi anni che ha privilegiato le classi ricche ulteriormente aggravata dalla pandemia, e la cui legittima disperazione viene sfruttata e sobillata da persone forse guidate anche da buoni propositi (se non si considerano gli atti criminali, quello che Cyrus vuole va a beneficio di tutti), ma che per perseguirli utilizzano metodi sbagliati.
Un'altra caratteristica del fumetto supereroistico ben presente è il concetto di maschera. A volte il confine tra bene e male è davvero labile e quella che è la maschera che decidiamo di adottare in società può essere interpretata in maniera diversa a seconda dei differenti punti di vista. Questo è anche l'elemento narrativo cardine che predomina la seconda parte del film (abbastanza prevedibile, ma comunque abbastanza ben fatta).
E come nella migliore delle tradizioni, nel finale si lascia spazio a un possibile sequel. Dopotutto, anche questo aspetto ormai fa parte dell'estetica dei film di supereroi.

4 commenti:

  1. L'ho guardato con tutte le migliori intenzioni ma l'ho trovato davvero brutto, con troppi potenziali temi interessanti sviluppati malissimo ed effetti speciali che lasciano a desiderare. Salvo solo quel bell'omino di Pilou Asbaek!

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    1. Il caro Euron Greyjoy mi ha proprio stupito, si vede che si è impegnato. Non sono un esperto, ma con un produttore diverso da Stallone si sarebbero potute sviluppare alcune tematiche qui solo accennate.

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  2. Sin dal trailer a me è sembrato, in parte, sulla stessa linea di Hancock.

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    1. Direi che ci può stare. A meno che non ricordi male, Hancock non aveva quel sottotesto di critica sociale che qui però viene sfiorato giusto per non attirarsi troppe critiche, quindi è un paragone che calza.

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