giovedì 1 settembre 2022

Prime Video Original 29: Flashback - In Taxi nel Passato


Nato nel 2017, il Movimento Me Too (espressione usata, tuttavia, già qualche anno prima) ha scoperchiato un vaso di Pandora ignoto ai più o, se noto, tenuto sotto silenzio. Un mondo, soprattutto quello del lavoro e in particolare l'ambiente cinematografico, dove le donne erano oggetto di molestie sessuali in maniera continua.
Pur con critiche arrivate da più parti, anche da rilevanti personalità, il Movimento continua a operare ancora oggi e - seppur in maniera indiretta - ha ispirato il film francese Flashback - In Taxi nel Passato (Flashback), scritto e diretto da Caroline Vigneaux e distribuito su Amazon Prime Video a partire dal 4 febbraio 2022.
Charlie Leroy (Caroline Vigneaux), un'avvocatessa abile ma egoista, viene incaricata di difendere uno stupratore che ha ammesso la sua colpa durante una deposizione. Sfruttando un cavillo, tuttavia, Charlie dimostra alla giuria che la vittima ha a suo dire provocato il suo cliente, il quale viene prosciolto da tutte le accuse.
Mentre lungo tutta la Francia scoppiano le proteste, Charlie si imbatte in Hubert (Issa Doumbla), un tassista che la porta in giro tra le varie epoche del passato. Un viaggio durante il quale Charlie si imbatte in importanti personalità quali Giovanna D'Arco, Marie Curie e George Sand e da cui alla fine apprenderà un'importante lezione.
Esistono film che vogliono trasmettere un messaggio, anche importante, ma in cui alla fine il messaggio prevale sulla storia in sé andando in parte a inficiare il prodotto finale. Come in questo caso.
Tramite il viaggio nel tempo del personaggio da lei interpretato, l'autrice - come si può notare, questo è un progetto per lei molto sentito e personale - vuole evidenziare come le donne nel corso del tempo siano state costantemente sfruttate, private di diritti, sfavorite rispetto agli uomini, ma nonostante tutto hanno sempre dimostrato una grande forza di volontà che ha permesso loro di migliorare la propria condizione, anche se molti altri passi vanno compiuti.
Tale messaggio diventa comunque evidente già a metà del film e da quel momento in poi non viene fatto altro che ripetere il concetto, fino allo sfinimento oserei dire, andando dunque a sminuire un po' quello che è il viaggio interiore dell'eroina, il quale dovrebbe riflettere quello "spaziotemporale" che si verifica nel corso della pellicola.
E di per sé è un peccato poiché l'idea di partenza, una sorta di Canto di Natale delle eroine femministe ante-litteram, risulta sulla carta molto interessante, ma poi diventa come quei temi che scrivi a scuola dove, per rimpinguare un po' il testo, aggiungi particolari non necessari.
L'ironia di sottofondo, invece, è abbastanza centrata e in sintonia con la comicità del nostro paese: basta fare caso al nome del tassista.

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