mercoledì 21 settembre 2022

Libri a caso: Sherlock Holmes - Lo Spettro dello Squartatore


Jack lo Squartatore è uno dei più celebri serial killer della storia, quando il termine serial killer non era ancora stato inventato: ha agito nella seconda metà del 1888 nel quartiere londinese di Whitechapel, ma la sua vera identità non è mai stata accertata e chi sia rimarrà con ogni probabilità per sempre un mistero.
Sherlock Holmes ha agito nello stesso periodo temporale in cui Jack lo Squartatore ha colpito ma, siccome Arthur Conan Doyle non si è mai volutamente occupato di casi reali (tralasciando che una storia dove Holmes risolve questo mistero a quell'epoca sarebbe stata ritenuta molto indelicata, per usare un eufemismo), nel suo canone non troverete nemmeno un accenno a questi celebri delitti.
Moderni scrittori (e anche il cinema), invece, hanno abbandonato questi scrupoli, anche in conseguenza delle numerose teorie che hanno provato a identificare chi fosse Jack lo Squartatore. Seppur non esattamente incentrata su questi delitti, David Stuart Davies ne esamina alcune possibili conseguenze nel romanzo Lo Spettro dello Squartatore (The Ripper Legacy), pubblicato nel 2016.
Ci troviamo nel marzo 1895. Con uno Sherlock Holmes ritornato a Londra dopo i tre anni di assenza, la vita sembra procedere come prima, così lui e Watson decidono di indagare sul rapimento di un bambino, William Temple, dopo essere stati contattati dai suoi genitori, i quali devono ancora ricevere una richiesta di riscatto.
Tramite esili indizi, Holmes e Watson riescono a risalire ai mandanti del rapimento, che fanno capo a un'organizzazione criminale molto potente, la quale uccide senza pensarci due volte chi li intralcia o non è più utile ai loro piani. E che a quanto pare ha scoperto un segreto di Jack lo Squartatore che intende sfruttare per richiedere una forte somma di denaro direttamente al governo inglese. Un modus operandi che ricorda molto da vicino i metodi di qualcuno che non dovrebbe esserci più.
Questa storia risulta essere un buon "apocrifo che, partendo dagli elementi consolidati del canone holmesiano (ci sono praticamente tutti, da Mycroft a Lestrade), vi innesta anche altre soluzioni narrative che Conan Doyle era solito usare cum grano salis.
In particolare vi sono molte scene di azione, dove sia Holmes che Watson hanno modo di dimostrare - oltre alle loro capacità intellettive - le loro capacità fisiche e di agilità. Niente male per dei quasi cinquantenni, ma si sa, indagare tiene in perfetta forma.
Ci troviamo quindi di fronte, più che a una detective story (a volte gli indizi vengono scoperti quasi per caso, forse Conan Doyle non avrebbe molto gradito), a una sorta di thriller che, come tutti i thriller che si rispettino, è incentrato su un segreto inconfessabile.
Senza andare troppo nel dettaglio, il libro appoggia la teoria che Jack lo Squartatore fosse in qualche modo legato alla famiglia reale inglese e ciò che viene suggerito è un'ipotesi che da tempo viene suggerita nei numerosi tentativi di risoluzione di questo irrisolvibile mistero.
Ma è destino che certi misteri reali rimangano infine insoluti e trovino nel tempo solo una conclusione nelle opere di fantasia.

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