Dopo i drammatici eventi del luglio 2001, concomitanti con la riunione del G8 e che trovano il loro culmine nella morte di Carlo Giuliani e nell'assalto alla Scuola Diaz, per qualche tempo Genova è sembrata diventare una città maledetta.
La società italiana ha fatto fatica e fatica ancora a venire a patti con quanto accaduto in quei giorni, mentre la narrativa si trova nella difficoltà di dover trattare di argomenti molto sensibili, a maggior ragione quando escono a breve distanza da suddetti eventi.
Morte a Domicilio, romanzo scritto da Maria Masella e pubblicato nel 2002 da Fratelli Frilli Editori, è la prima storia che vede protagonista il commissario Antonio Mariani, il quale agisce appunto a Genova.
Sgombriamo subito il campo da equivoci: nel libro non si fa riferimento ai fatti del 2001 (ancora troppo recenti e non metabolizzati), ma la Genova che ne viene ritratta ha quell'aura maledetta che sembrava aleggiare su di lei in passato.
Antonio Mariani è uno dei più valenti commissari in servizio a Genova: esigente, preciso, ma anche pieno di difetti. Se la sua vita professionale non sembra presentare sbavature, quella personale è allo sbando, poiché il rapporto di matrimonio con sua moglie Francesca è in crisi a causa dei continui tradimenti di lui.
In questa situazione poco idilliaca, a complicare le cose giungono una serie di messaggi indirizzati proprio a Mariani, a cui fanno seguito dei brutali omicidi. Messaggi che sembrano ben conoscere le abitudini di Mariani e quelle della sua famiglia. Che si tratti davvero di un serial killer? E perché lo ha preso di mira?
Antonio Mariani, prima di essere un detective, è un uomo sconfitto dalla vita. Una sconfitta che si è procurato con le sue stesse mani. La sfida che gli lancia dunque il presunto serial killer ha duplice valenza: la prima, più evidente, è un invito a essere scoperto. La seconda, più intima, rappresenta per Mariani una possibilità di rinascita, di provare a sistemare le cose in famiglia e ritrovare un'identità perduta.
Una rinascita che tuttavia passa attraverso un viaggio infernale nella mente di una persona indecifrabile e nelle vie "infernali" di Genova, popolate da persone che a volte rimangono avvinte nelle spire di questi gironi, a volte invece riescono a uscirne.
La rinascita inoltre passa dall'accettazione di Mariani delle figure femminili della sua vita. Figure femminili tutte forti e indipendenti, non solo sua moglie Francesca, ma anche la madre e la figlia. Figure di fronte alle quali appare in principio incapace di costruire un rapporto, di comprenderne le esigenze, proprio perché è un mondo con cui non si è voluto confrontare in passato.
Il romanzo ha un ritmo lento in principio, non so quanto voluto, dopodiché poco prima della seconda metà - mano a mano che il mistero inizia a prendere forma - suddetto ritmo diventa più frenetico. Fino al finale, un po' spiazzante.
Di sicuro il commissario Mariani tornerà nelle nostre letture.
Nessun commento:
Posta un commento