Fino al numero 36 del giugno 1996, Stormwatch era una delle tante serie prodotte dalla Image Comics. Creata da Jim Lee e Brandon Choi, si distingueva per essere un gruppo sotto la tutela delle Nazioni Unite - concetto non così originale, visto che quantomeno lo SHIELD della Marvel possedeva la stessa caratteristica - e con supereroi provenienti da varie nazioni... no, neanche questo originale a pensarci bene, anticipati dagli X-Men molti anni prima.
Insomma, Stormwatch rischiava di divenire col tempo una serie come tante, ricordata solo perché fu una delle prime serie Image dei transfughi della Marvel Comics (anche quest'evento, peraltro, ormai sepolto dal tempo e di cui i lettori più giovani non sanno nulla, e credo nemmeno vogliano saperne nulla)... poi è arrivato il numero 37 del luglio 1996. Una nuova gestione, un nuovo punto di partenza, un nuovo autore: Warren Ellis.
Lo sceneggiatore, coadiuvato da alcuni disegnatori il cui elemento principale è Tom Raney, inizia da questo numero a imbastire una lunga saga - tramite racconti singoli che si scoprono poi essere interconnessi - che si protrae fino al numero 47 intitolata Colpisce il Fulmine (Lightning Strikes).
Nel primo numero di questa saga viene subito introdotto un personaggio fondamentale per questa nuova gestione: Jenny Sparks, lo Spirito del Ventesimo Secolo. Tramite un seminale colloquio tra lei e Henry Bendix/Weatherman viene identificato il problema principale della narrativa dei supereroi a più di 35 anni dalla creazione dei Fantastici Quattro. Il ripetersi mese dopo mese dello scontro tra supereroi e supercriminali e il mantenimento perpetuo dello status quo.
Bendix rifonda Stormwatch creando tre branche di questo gruppo: Stormwatch Primo, il gruppo principale e pubblico, Stormwach Nero (capitanato da Jenny Sparks e di cui fa parte anche Jack Hawksmoor), per le missioni sotto copertura, e Stormwatch Rosso, incaricato delle ritorsioni. Mentre nel frattempo alcuni componenti del gruppo subiscono misteriosi attacchi che sembrano fare capo a un ignoto mandante.
Bendix e Jenny Sparks condividono due visioni diverse della gestione del potere ed entrambi sono convinti che il loro punto di vista sia quello più ottimale. Per Bendix, al fine di garantire la sicurezza di tutti, occorre anche sporcarsi le mani, privare qualcuno di alcune sue libertà, usare le maniere forti spesso e volentieri. Per Jenny Sparks invece bisogna andare al cuore del problema, colpendo non i sottoposti, ma eliminando alla radice l'origine del problema stesso, coloro che manovrano i burattini.
Entrambe queste visioni presentano molte criticità, infatti Ellis non presenta nessuna di esse come risolutiva - pur indicando Bendix come il principale "criminale" - e attraverso di esse rappresenta un'allegoria della politica militare "interventista" degli Stati Uniti (la prima Guerra del Golfo si era conclusa da pochi anni).
Quello che un po' inficia (ma solo un po') la saga è la parte grafica poiché molto "pompata" secondo quello che era lo stile imperante dell'epoca. Uno stile che tuttavia mal si adatta a queste atmosfere create da Ellis. Ma il disegnatore adatto sta per arrivare.
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