domenica 9 maggio 2021

A scuola di cinema: RoboCop (1987)

1980: Alle elezioni presidenziali statunitensi trionfa Ronald Reagan, il quale batte George Bush Senior. Nei primi anni della sua presidenza, la politica americana e le megacorporazioni statunitensi diventano più aggressive rispetto al passato per contrastare lo strapotere delle megacorporazioni giapponesi. Il tutto causa anche inevitabili effetti deleteri, come la chiusura di molte fabbriche - in particolare quelle automobilistiche di Detroit - e l'aumento della disoccupazione.
In questo scenario presente incerto, nasce un eroe del futuro che diventa un caposaldo del cinema: RoboCop.


1981: Lo sceneggiatore Edward Neumeier lavora come correttore di bozze cinematografiche in un camper vicino agli studi della Warner Bros. quando nota la costruzione di un grande set a poca distanza da dove si trova, qualcosa che cattura la sua attenzione.
Il set è quello del film Blade Runner e di notte, quando Neumeier termina di lavorare, si reca presso di esso a osservare Ridley Scott e la troupe lavorare alla pellicola e dà una mano laddove serve. Non essendoci all'epoca rigide procedure di sicurezza, nessuno cerca di allontanarlo.
Neumeier rimane lì per quattro notti, durante le quali nota il modellino dell'auto volante utilizzata nel film, rimanendone affascinato. Appassionato di fantascienza e fumetti, Neumeier - pensando alla trama del film che vede un poliziotto umano cacciare dei robot ribelli - concepisce in quelle notti l'idea di RoboCop. Ovvero di un robot che punisce i criminali umani. Un'idea poco più che abbozzata, la quale viene concentrata in un primo trattamento di 40 pagine che lo sceneggiatore decide di non sviluppare nell'immediato.
Nel 1984, Neumeier conosce un aspirante regista cinematografico, che per sbarcare il lunario dirige video musicali, Michael Miner.
Quando scopre che Miner sta dirigendo un video musicale incentrato su un robot - Don't Stop Runnin' degli Y & T - e ha in mente un film su un robot intitolato SuperCop, Neumeier lo mette a parte del suo progetto. I due autori cominciano a collaborare e, lavorando durante le notti e nel tempo libero durante i weekend, dopo tre mesi di lavoro nel dicembre 1984 la prima bozza, intitolata RoboCop: The Future of Law Enforcement, viene completata.
Grazie alle loro, seppur limitate, conoscenze nell'ambiente cinematografico, i due fanno circolare la sceneggiatura. Poco tempo dopo ricevono due proposte: la prima da parte della società indipendente Atlantic Releasing, la seconda della Orion Pictures per tramite del produttore Jon Davison.
Viene accettata questa seconda proposta e Neumeier e Miner si mettono al lavoro per rifinire la sceneggiatura, ricevendo un ingaggio di 25.000 dollari più la promessa di una piccola percentuale sui profitti della pellicola.
Una volta completata la seconda bozza, Neumeier chiede di essere uno dei produttori del film, mentre Miner si propone come regista. Al primo viene dato un ruolo da co-produttore, mentre al secondo viene offerta la regia della seconda unità, considerata la sua scarsa esperienza. Una proposta che Miner rifiuta.
Trovare un regista interessato al progetto non è comunque semplice. Il primo a cui viene assegnato l'incarico è Jonathan Kaplan, che però vi rinuncia per andare a dirigere Fuga dal Futuro (Project X). Altri registi vengono dunque contattati, ma rifiutano, alcuni non appena vengono a conoscenza del titolo del film, ora abbreviato solo in RoboCop, ritenuto troppo stupido.
Fino a quando una dirigente della Orion, Barbara Boyle, suggerisce il nome di Paul Verhoeven, un regista olandese un cui film ha esordito di recente negli Stati Uniti, L'Amore e il Sangue (Flesh and Blood), distribuito appunto dalla Orion.
Barbara Boyle manda la sceneggiatura a Verhoeven che, come nota il titolo in prima pagina, la butta nel cesto della spazzatura. Senza arrendersi, Barbara Boyle gliela rimanda, chiedendogli di andare oltre. Verhoeven consegna allora la sceneggiatura a sua moglie Martine Tours che, dopo averla letta, gli consiglia di accettare l'incarico, poiché la storia parla di un uomo che perde la propria identità e deve lottare per riacquisirla.
Verhoeven dunque inizia a leggere la sceneggiatura a sua volta, con accanto un dizionario, non essendo ancora fluente nella lingua inglese e non capendo perciò alcuni giochi di parole. Alcuni dovrà farseli spiegare dai due sceneggiatori. Quando arriva alla parte in cui il personaggio di Alex Murphy torna a casa e ha flash di memoria su sua moglie e suo figlio, il regista decide di accettare.
Verhoeven si presenta dai due sceneggiatori, chiedendo di dare alla storia toni più seri, ma quando legge la terza bozza prodotta, incompleta - che prevede anche una relazione tra Alex Murphy e Anne Lewis - decide che è meglio utilizzare la seconda, dai toni più satireggianti.
Per il ruolo principale, vengono considerati vari attori, tra cui Michael Ironside, Tom Berenger e dietro richiesta di Verhoeven Rutger Hauer, ma il loro fisico, per quanto possa apparire strano, è troppo esile per poter adattarsi all'armatura e all'elmetto di RoboCop. Orion propone dunque Arnold Schwarzenegger, ma qui si presenta il problema contrario: la sua stazza è troppo imponente e dunque non risulterebbe credibile come RoboCop.
Si arriva dunque a Peter Weller, che non solo ha il fisico adatto grazie al fatto che compete spesso e volentieri a titolo amatoriale in delle maratone, ma il suo ingaggio è anche inferiore rispetto agli altri attori. E il suo mento, secondo Verhoeven, si adatta alla perfezione all'elmetto.
Per prepararsi alla parte, Weller entra in contatto col mimo Moni Yakim per ideare i movimenti ideali del suo personaggio quando è in armatura.
Per il ruolo di Anne Lewis, la prima scelta ricade su Stephanie Zimbalist, che ritiene aver concluso i suoi impegni televisivi per il telefilm Mai Dire Sì (Remington Steele). Tuttavia a sorpresa la NBC decide di produrre una nuova stagione del serial ed essendo l'attrice obbligata contrattualmente a parteciparvi è costretta a declinare la proposta. In sua sostituzione viene scelta Nancy Allen, che accetta dopo aver letto la sceneggiatura, pur ritenendo il titolo orribile.
L'attrice ha una fluente chioma di capelli biondi e Paul Verhoeven le chiede di accorciarli perché - almeno a suo dire - con un aspetto mascolino il pubblico non penserà che ci possa essere del tenero o un sottotesto sessuale tra il suo personaggio e RoboCop. Le viene anche chiesto di mettere su qualche chilo, cosa che l'attrice ottiene semplicemente smettendo di fumare.
Per prepararsi alla parte, visto che in vita sua non ha mai maneggiato armi, Nancy Allen frequenta un'accademia di polizia, ricevendo lezioni dal reclutatore Steve Estrada.
Per l'ideazione dell'armatura di RoboCop viene contattato l'esperto di effetti speciali Rob Bottin. Costui si trova subito di fronte alla difficoltà di realizzare un'armatura il più possibile robotica, ma con la consapevolezza che dovrà essere indossata e manovrata da un attore in maniera il più possibile fluida. Bottin concepisce circa 50 design dell'armatura prima che Verhoeven si dichiari soddisfatto, cosa che causa in lui grande frustrazione.
Ma la parte più difficile arriva quando si tratta di costruire l'armatura, per cui si decide di utilizzare come materiale principale la gommapiuma. Il team capitanato da Bottin impiega ben sei mesi per completare quest'incarico, dovendo costruire più modelli per esigenze di riprese e lavorazione, saranno alla fine sette i modelli prodotti. Senza contare la difficoltà intrinseca che si tratta di un lavoro che non ha precedenti nell'ambito dell'industria cinematografica.
Il lavoro viene dunque completato a riprese sostanzialmente già iniziate, cosa che non permette a Peter Weller di provare l'armatura in maniera preventiva come si era prefisso.
Le riprese iniziano in via ufficiale il 6 agosto 1986. Anche se la storia si svolge a Detroit - simbolo della decadenza economica statunitense dell'epoca, ma ritenuta poco futuristica - i lavori vengono eseguiti in Texas, Pennsylvania e California.
Quando l'armatura di RoboCop giunge sul set, a due settimane dall'inizio dei lavori, Weller impiega non meno di undici ore per entrarvi, ma riesce a muoversi a malapena. Inoltre non riesce a vedere bene dall'elmetto. Irato in quanto tutto il lavoro di preparazione coordinato da Moni Yakim è da gettare al vento, Weller chiede di bloccare la produzione e trovare una soluzione al problema.
La Orion a quel punto vorrebbe affidare la parte a Lance Henriksen, ma Bottin ha modellato l'armatura sulle fattezze di Weller, così Yakim viene chiamato sul set mentre l'armatura viene rimodellata e idea in tre giorni insieme a Weller e Verhoeven dei nuovi movimenti per il personaggio.
Anche quando finalmente Weller può muoversi, i problemi non sono finiti. Essendo comunque l'armatura ingombrante, non gli permette di entrare nelle auto o di scendere le scale. Così, quando vi è una scena che coinvolge questi aspetti, l'attore viene inquadrato solo dal petto in su, mentre sotto è in mutande.
Le alte temperature texane inoltre fanno sì che, ogni volta che esce dall'armatura, Weller abbia perso circa un chilo e mezzo di peso. Oltre a reidratarsi, per far abbassare la temperatura interna vengono diretti in primo luogo verso l'attore getti di aria condizionata ogni venti minuti. Fino a quando viene inserito un piccolo ventilatore dentro l'armatura.
Edward Neumeier è presente ogni giorno sul set, cosa che aiuta la produzione quando si tratta di riscrivere una scena al volo o estenderla dietro richiesta di Verhoeven. Nonostante ciò, sia la tempistica che il budget iniziale previsto di 11 milioni di dollari vengono sforati, costringendo il regista della seconda unità Monte Hellman a dirigere di persona alcune scene, poi chiaramente approvate da Verhoeven.
Per questo motivo, in un primo momento si decide di non girare la scena dell'uccisione di Alex Murphy, ma quando i dirigenti della Orion visionano il materiale filmato mettono a disposizione una somma aggiuntiva perché tale scena sia girata.
Le riprese si concludono l'otto novembre 1986.
La pellicola, contenente per l'epoca scene molto violente, seppur alcune di esse presentate in chiave caricaturale, fatica a ottenere l'approvazione da parte della Motion Picture Association of America (MPAA), che vuole applicare un rating X, vietato ai minori. Solo dopo otto rimontaggi, ottiene infine un Rating R (minori fino ai 13 anni ammessi se accompagnati da almeno un genitore).
RoboCop viene distribuito nei cinema americani a partire dal 17 luglio 1987. A fronte di un budget di tredici milioni e settecentomila dollari, la pellicola arriva infine a incassare solo sul territorio statunitense oltre 53 milioni di dollari.
Un buon successo, pur se non eccezionale, che convince la Orion Pictures a mettere subito in produzione un sequel. La cosa non si rivelerà così semplice... ma questa è un'altra storia.

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