Il giallo italiano ha una lunga tradizione alle proprie spalle, lunga quasi quanto quella inglese, rinomata e giustamente lodata. Dopotutto, la collana più longeva di romanzi gialli è quella italiana de Il Giallo Mondadori, edita ancora oggi da questa casa editrice.
Sopravvissuto nel corso dei decenni tra alterne fortune, il giallo italiano è oggi un genere fiorente ed è popolato da numerosi investigatori del belpaese, di cui il più noto è con ogni probabilità Salvo Montalbano. Questi investigatori o agiscono in una grande città, piena di grandi problemi, o in una cittadina di provincia, con tutti i suoi piccoli, inconfessabili segreti.
Ma c'è anche chi agisce in entrambi i contesti, come nel caso di Riccardo Ranieri, personaggio ideato dallo scrittore Federico Maria Rivalta. Il primo romanzo che lo vede protagonista si intitola Un Ristretto in Tazza Grande ed è stato pubblicato come autoproduzione nel 2013, prima di essere poi pubblicato da Amazon Publishing (sì, Amazon funge anche da casa editrice).
Riccardo Ranieri - il quale è un riflesso narrativo dell'autore - è un giornalista sui quarant'anni che scrive articoli sull'economia per il giornale Il Mattino di Padova ed è un appassionato di golf. Proprio negli spogliatoi del campo da golf da lui frequentato, Ranieri trova il cadavere di un suo amico, il medico Massimo Salvioni, assassinato in maniera brutale.
È l'inizio di un incubo per il giornalista e altre morti misteriose hanno luogo poco dopo. Ranieri si ritroverà personalmente coinvolto dall'indagine su questi omicidi. Un'indagine durante la quale ha modo di incontrare il procuratore Giulia Dal Nero, col quale cercherà di intrecciare una relazione... sempre che l'assassino non abbia qualcosa da dire in merito.
Le opere prime, che poi vanno a comporre un ciclo di svariati romanzi, dodici alla data odierna nel caso di Riccardo Ranieri, sono utili per introdurre al meglio il personaggio e il mondo che gira attorno a lui. E questo romanzo riesce nel suo intento.
Vediamo lo svolgersi degli eventi secondo l'esclusiva ottica di Riccardo Ranieri, il quale col suo atteggiamento impacciato (forse un po' troppo impacciato in alcuni punti), qualche momento di lievità e un certo modo di prendere la vita sopra le righe ci conduce infine alla risoluzione del mistero. Il tutto nella cornice di un Veneto diviso tra la grande metropoli di Padova e alcune piccole città confinanti (una cornice poco esplorata in passato in altri romanzi gialli).
Attraversando nel frattempo vari, altri piccoli micromondi: a partire dal campo da golf, dove anche il protagonista di Perché Non L'Hanno Chiesto a Evans iniziava la sua discesa verso l'incubo, passando per la redazione del giornale dove Ranieri lavora o la procura e concedendosi anche un viaggio all'estero. Ma il tutto sembra quasi ricondursi a una dimensione domestica, dove tutto ci viene presentato in una maniera semplice e familiare e dove Ranieri avanza spinto sia dalla necessità che dalla curiosità.
A fargli da contraltare vi è Giulia Dal Nero. Laddove Ranieri è l'elemento spensierato, lei appare - almeno all'esterno - come una persona fredda, che cerca di mascherare il più possibile le proprie emozioni. In realtà, per quello che traspare in questo primo romanzo, vi è una personalità sfaccettata, che Ranieri inizia a conoscere e svelare.
Il giallo italiano è stato e continua a essere un genere fiorente, pieno di sorprese e personaggi interessanti. E la scelta è vasta e degna di considerazione.
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