1986: Al cinema impazzano le commedie adolescenziali dirette da John Hughes, grazie a quel giusto mix tra ingenuità e intraprendenza che caratterizza i protagonisti e in cui molti giovani dell'epoca riescono a rispecchiarsi.
C'è tuttavia un altro lato di quell'adolescenza che vive la propria esistenza tra le pareti liceali e domestiche. Un lato più dark, fatto di suicidi, alcuni dei quali compiuti per emulazione o per ottenere quell'attenzione che in vita le altre persone non riservano. Un lato che viene infine esplorato anche sul grande schermo.
Nella primavera del 1986, l'aspirante sceneggiatore Daniel Waters si trasferisce a Los Angeles, nella speranza di sfondare nel mondo del cinema. Diventa co-inquilino dell'appartamento occupato da un suo amico studente, Larry Karaszewski, e per sbarcare il lunario inizia a lavorare come commesso in un negozio di videonoleggio.
In quel periodo, Waters vede alcuni documentari incentrati sulla crescita del tasso di suicidi tra gli adolescenti, in netto contrasto col mondo perfetto e perfettibile presente nei film di John Hughes, e decide dunque di scrivere una commedia satirica e dai toni dark su questo tema. Ne viene fuori, dopo tre bozze, una sceneggiatura di circa duecento pagine, per un film della durata potenziale di tre ore.
Waters sogna che il film possa essere diretto da Stanley Kubrick: solo lui ha l'abilità di poter dirigere con abilità una pellicola di tre ore e il film adolescenziale è un genere che non ha ancora esplorato. Senza conoscenze nel mondo dello spettacolo, Waters inizia a chiedere consigli su come poter entrare in contatto con un agente che lo possa rappresentare, anche se molti gli dicono che - nonostante la sua sia un'ottima sceneggiatura - a causa dei toni troppo cupi non diverrà mai un film.
Larry Karaszewski ha tuttavia lavorato di recente su un cortometraggio di un promettente regista, Michael Lehmann, e così Waters entra in contatto con lui e gli passa la sua sceneggiatura. Lehmann ne rimane intrigato e, tramite la sua agente Bobbi Thompson, fa pervenire il trattamento di Waters alla produttrice Denise Di Novi della New World Pictures. Anche lei ne rimane conquistata, tanto da acquistare subito la sceneggiatura.
Quando tuttavia la porta all'attenzione degli esecutivi dello studio, costoro inorridiscono. Oltre all'eccessiva lunghezza, il finale prevede che il personaggio di J.D. faccia esplodere il liceo da lui frequentato, uccidendo tutti gli studenti presenti al ballo di fine anno, che viene dunque tenuto in Paradiso.
Dopo alcune revisioni, un altro finale rifiutato che prevede l'uccisione del personaggio di Veronica Sawyer e l'inserimento di un epilogo dai toni più lieti, al progetto viene infine dato il via libera con Lehmann alla regia - la pellicola rappresenta il suo debutto - e iniziano così le procedure di casting.
Vi è tuttavia qualche difficoltà nel trovare attori adolescenti disposti ad accettare le varie parti poiché, a causa delle atmosfere dark della storia, vengono fortemente sconsigliati dal farlo. Ad esempio, un'allora sconosciuta Heather Graham, a cui è stato già assegnato un ruolo, viene convinta dai suoi genitori - che non approvano la tematica della pellicola - a rifiutare l'incarico.
La parte di Veronica Sawyer viene offerta in prima battuta a Jennifer Connelly, che rifiuta. Dopo un ulteriore rifiuto di Justine Bateman, la terza attrice a essere contattata è Winona Rider, all'epoca quindicenne.
Costei, dopo aver letto la sceneggiatura, è fortemente determinata a ottenere questo ruolo, nonostante il suo agente l'abbia fortemente sconsigliata dal partecipare alle audizioni, poiché a suo dire un film del genere rovinerebbe la sua carriera. La giovane attrice non lo sta a sentire e poco dopo decide di non usufruire più dei suoi servigi.
Il provino va a buon fine, ma è il look di Winona Ryder che non riflette il personaggio che deve interpretare, poiché all'epoca ha un viso pallido - come nel ruolo da lei interpretato in Beetlejuice - e capelli tinti di nero e di blu. La giovane attrice si reca allora in un centro estetico, che le crea un nuovo look. La parte è così infine sua.
Il ruolo di Jason Dean "J.D.", dopo un provino effettuato da un allora sconosciuto Brad Pitt, viene assegnato a Christian Slater, nonostante costui in principio sia convinto di aver effettuato una pessima audizione, tanto che per la rabbia getta la sceneggiatura in un bidone della spazzatura. Per catturare l'essenza del suo personaggio, l'attore si ispira a Jack Nicholson, a cui scrive anche una lettera al riguardo che però non avrà mai risposta.
Un'altra attrice interessata al ruolo di Veronica Sawyer è Shannen Doherty, ma quando si presenta la parte è già stata assegnata a Winona Ryder, quindi le viene affidato il personaggio di Heather Duke. Le viene chiesto inoltre di tingersi i capelli di biondo ma, per non rovinare la sua capigliatura, ottiene di usare un colore rosso.
Le riprese iniziano in via ufficiale il 17 febbraio 1988, tenendosi a Los Angeles e Santa Monica, in California. A causa del budget ridotto, la tempistica assegnata è di poco più di un mese.
Un curioso problema si verifica con Shannen Doherty che, a causa dell'educazione conservatrice che ha ricevuto, fatica a pronunciare le battute che contengono delle parolacce, mai pronunciate nei suoi diciassette anni di vita. Problema peggiorato dal fatto che la madre è presente sul set, cosa che la fa arrossire.
Shannen Doherty inoltre è convinta che questo sia un film serio e drammatico. Quando infine capisce in ritardo che è una commedia, pur con toni molto dark, scoppia a piangere.
Le riprese si concludono il 19 marzo 1988. I mesi successivi si rivelano problematici poiché la New World Pictures sta affrontando un processo di ristrutturazione aziendale volto a evitare la bancarotta. Denise Di Novi è così costretta a comprare uno spazio pubblicitario, del costo di 1.800 dollari, coi propri soldi.
Schegge di Follia (Heathers) viene distribuito nei cinema americani a partire dal 31 marzo 1989, dopo una premiere tenutasi due mesi prima al Sundance Film Festival. A fronte di un budget di 3 milioni di dollari, la pellicola arriva infine a incassare un milione e centomila dollari. Un risultato sotto le aspettative che non permette nemmeno di andare in pareggio.
Nonostante ciò, Winona Ryder chiede più volte a Daniel Waters di concepire un sequel. Forse per scherzo, forse no, lo sceneggiatore pensa a una trama dove il personaggio di Veronica Sawyer diventa l'assistente di una senatrice degli Stati Uniti (di nome Heather, ovviamente), che lui vede interpretata da Meryl Streep, fino ad arrivare a uccidere il Presidente e cavarsela.
Qualche anno dopo, Winona Ryder ha la possibilità di lavorare proprio al fianco di Meryl Streep nel film La Casa degli Spiriti (The House of the Spirits) e le propone l'idea, che lei trova interessante. La giovane attrice torna così da Waters riferendo di aver ottenuto l'appoggio di Meryl Streep. Solo in un secondo momento capisce che lo ha fatto solo per accondiscendenza, vista la sua giovane età.
L'attrice rimane molto legata alla pellicola e al personaggio di Veronica Sawyer, tanto da rivedere il film oltre cinquanta volte negli anni successivi.
Shannen Doherty invece viene notata da Tori Spelling, che la consiglia a suo padre Aaron per un telefilm che sta per essere messo in produzione, intitolato Beverly Hills 90210... ma questa è un'altra storia.
Film stracult che in Italia è stato praticamente bandito dalla fine degli anni '90 (niente DVD, manco quello!) perché avvenne un fatto di cronaca che si pensò ispirato alla pellicola andata in onda la sera prima su Italia Uno.
RispondiEliminaGrandissimi retroscena, non sapevo della Graham ma ancora di più della Doherty... davvero non riusciva a dire parolacce?? :O
Molto romantico e malinconico il legame che ha la Ryder con questo film... non conoscevo nemmeno quella storia del "sequel".
Grande pezzo^^
Moz-
Grazie! Mi ricordo quelle "polemiche" che seguirono alla messa in onda del film su Italia 1. Oggi secondo me il film è ancora forte per certe tematiche, ma si può tranquillamente pubblicare in DVD o Blu Ray... manco sulle piattaforme sembra essere presente.
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