mercoledì 28 aprile 2021

Fabolous Stack of Comics: X-Men/ClanDestine


Il serial del ClanDestine - incentrato sulla famiglia di esseri immortali capitanati da Adam Destine - è il progetto più personale che Alan Davis abbia sviluppato  presso la Marvel Comics. Personaggi ideati da lui, sue le sceneggiature, suoi i disegni, sua come nella migliore (?) delle tradizioni la possibilità di smantellare quanto fatto da altri...
La prima (e sostanzialmente unica alla data odierna) serie incentrata sulla famiglia Destine viene pubblicata tra il 1994 e il 1995, per un totale di dodici numeri. Davis ne realizza otto, per poi tornare da dove si era interrotto con la miniserie di due numeri X-Men/ClanDestine, pubblicata nel 1996, in cui cerca di tirare una prima volta le fila di questa sua creazione.
Il demone Synraith, che anni prima aveva cercato di invadere la Terra venendo bloccato da Charles Xavier e due componenti del Clan Destine (Gracie e Cuckoo), tenta nuovamente di emergere sul piano terrestre aprendo un portale dimensionale e insinuandosi nelle menti degli X-Men e del Clan Destine che - per via delle classiche incomprensioni tra supereroi - iniziano a battagliare tra loro, mentre il destino della Terra è in bilico.
Come si può notare, la trama di per sé è quanto di più semplice possa esistere e a onor del vero è solo un pretesto (un ottimo pretesto, pensando al risultato finale) per Alan Davis di scatenare la sua arte, soprattutto nel secondo capitolo, dove avvengono i vari scontri tra i mutanti e la famiglia di immortali.
Incredibile come Davis riesca a immortalare su carta la plasticità, l'agilità, la poesia in movimento che rappresentano questi scontri e che nelle mani di altri artisti appaiono come "rudi", laddove l'artista inglese invece è in grado di mettere sulla carta una sorta di ritmo musicale, perdonatemi il termine aulico.
Non può mancare inoltre qualche scena qua e là condita da una sorta di humour britannico, di solito assente nei fumetti di supereroi americani.
In ultima analisi, Alan Davis non sarà forse il migliore degli sceneggiatori in circolazione, ma quando la sua prosa si unisce alla sua arte ne viene fuori qualcosa di eccezionale, unico. Chissà, magari è il suo potere mutante.

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