Jean Grey. Marvel Girl. La Fenice. La Fenice Nera. Quattro identità per una sola persona, una delle mutanti e telepati più potenti del Marvel Universe. Che talvolta ha la brutta abitudine di scomparire, per ritornare qualche tempo dopo.
A partire dalla conclusione della Saga di Fenice Nera, a seguito della quale rimane missing in action per sei anni, prima di ricomparire su un numero di Fantastic Four e poi unirsi a X-Factor (insert solita battuta sullo show televisivo) e tornare negli X-Men. Salvo poi perire ancora, nel 2004, al termine del ciclo mutante ideato da Grant Morrison, per mano di Xorn.
Solo che stavolta la sua scomparsa si è protratta per molto più tempo, tralasciando qualche manifestazione psichica qua e là lungo la via. Jean Grey, infatti, ritorna sulle scene solo nel 2018, nella miniserie in cinque numeri La Resurrezione di Fenice (Phoenix Resurrection: The Return of Jean Grey), scritta da Matthew Rosenberg e disegnata da Leinil Francis Yu, Carlos Pacheco e Joe Bennett.
Lungo tutto il mondo iniziano a verificarsi strani fenomeni di natura psichica, connessi a mutanti che si ritiene siano defunti e che provocano shock nelle menti dei telepati. Quando in cielo compare la Fenice, gli X-Men iniziano a indagare e, grazie a Cable, individuano una insolita manifestazione energetica dentro la quale sembra essere presente una donna dai capelli rossi a loro familiare.
Costei è davvero Jean Grey? È riuscita infine a uscire dalla Stanza Incandescente? E che ne sarà degli altri mutanti defunti presenti accanto a lei?
L'impressione che si ha leggendo questa storia è che sia stata scritta dietro preciso mandato editoriale. Che, per carità, non è nulla di male: chissà quante altre storie del passato hanno avuto lo stesso background.
Già il titolo stesso che è uno "spoiler" la dice lunga e quindi Matthew Rosenberg ha svolto il suo compito come gli è stato richiesto prendendo spunto dalle storie passate di Chris Claremont e - in particolare - Grant Morrison. Per il resto, tutto secondo i piani senza troppi sconvolgimenti.
Il consueto problema che si verifica con questo tipo di miniserie, che prevedono un folto numero di coprotagonisti, è che non si riesce dare spazio a tutti loro e in questo caso, salvo poche eccezioni oltre Jean Grey (Kitty Pryde, Bestia, Vecchio Logan, il giovane Ciclope), gli altri rimangono tutti sullo sfondo e - quando va bene - si limitano a pronunciare un paio di battute.
La parte grafica è di buon livello, dopotutto ci sono tre ottimi artisti a occuparsene: sta a ognuno di voi valutare se i loro diversi stili di disegno risultino ben amalgamati nel contesto in questione.
Quindi Jean Grey è tornata. Speriamo si trattenga un po' più a lungo, stavolta!
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