Si dice spesso che alcune fiabe siano universali, che possano catturare l'attenzione di chiunque e per un arco di più generazioni. E il fatto che siano ancora conosciute e narrate secoli dopo la loro prima pubblicazione dona loro una sorta di aura di immortalità.
Oltretutto, essendo smarcate da diritti cinematografici, possono essere adattate in qualsiasi contesto, anche il più impensabile... fino a quando non ci si pensa. Questo è il caso di Sneakerentola (Sneakerella), diretto da Elizabeth Allen Rosenbaum, scritto da Tamara Chestna, George Gore II, David Light, Joseph Raso e Mindy Stern e distribuito su Disney+ a partire dal 13 maggio 2022.
El (Chosen Jacobs) è un ragazzo di umili origini del Queens. Dopo aver perso la madre, viene tiranneggiato dal padre adottivo e dai due fratellastri. Il ragazzo è appassionato di sneakers e, nel tempo libero, ama disegnare dei modelli di scarpe da ginnastica.
Quando, contro il volere del patrigno, El si reca alla presentazione di un nuovo modello di scarpe, vi incontra Kira King (Lexi Underwood), che non sa essere figlia del CEO di una importante ditta produttrice di scarpe.
Questa ditta sta cercando un nuovo designer e Kira, credendo erroneamente che El sia un professionista, decide di affidargli un progetto, anche perché i due si scoprono innamorati l'uno dell'altra. Che la scarpetta di cristallo stavolta si trasformi in una sneaker?
Qualora non fosse già chiaro, dal titolo un po' cringe e dalla trama, questo è un adattamento moderno di Cenerentola (la versione Disney, ovviamente, non quella di Giambattista Basile), solo con ruoli invertiti - il principe azzurro è qui una principessa e viceversa. Non è comunque la prima volta che viene fatta un'operazione simile.
E quindi certi riferimenti tornano precisi e puntuali, oltre la famiglia tirannica, inclusa la "scarpetta" di cristallo perduta e la "magia" che scade a mezzanotte.
Certe fiabe, dunque, sono universali. E se Cenerentola vedeva il riscatto e il trionfo di una paria della società, ostracizzata dalla propria famiglia e invisibile agli occhi del mondo ordinario, ma non quello straordinario delle persone di buon cuore, questo film segue la stessa strada...
... Ampliandone il raggio. Contornata da numeri musicali che la rendono una sorta di La La Land del Queens di New York (a tempo di hip hop e rap, principalmente), anche se credo volessero in realtà omaggiare West Side Story, sotto i riflettori finiscono le varie minoranze. Alla fine penso che mancassero solo gli orientali e poi c'erano tutti.
Il tutto quindi contornato da un'atmosfera fiabesca, e non potrebbe essere altrimenti, per cui occorre accettare anche certe libertà e cose che si potrebbero pure ritenere forzature. Un messaggio universale di amore e rispetto, in contrasto col mondo moderno poco fiabesco.
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