martedì 23 gennaio 2024

Italians do it better? 38: La Scuola Cattolica (2021)


Nel settembre 1975 avviene il tremendo evento passato alla cronaca come Massacro del Circeo. Che ha portato al rapimento di due ragazze di nome Rosaria Lopez e Donatella Colasanti, convinte che fossero invece dirette a una festa, da parte di tre ragazzi, Angelo Izzo, Aldo Ghira e Giovanni Guido.
Sotto la minaccia di una pistola, le due ragazze furono violentate e picchiate a sangue più volte. Rosaria Lopez morì per via delle sevizie subite. Donatella Colasanti, invece, si finse morta e questo permise che venisse ritrovata più tardi nel baule dell'auto di uno dei ragazzi. Due di loro vennero arrestati, mentre il terzo visse da latitante sino alla sua morte, avvenuta poco meno di vent'anni dopo.
In quel decennio costellato dalla violenza, questo crimine sanguinario colpì molto l'opinione pubblica e portò con sé strascichi che durano ancora oggi.
Uno scrittore che quei tempi li ha vissuti è Edoardo Albinati, il quale ha scritto al riguardo un libro intitolato La Scuola Cattolica che è stato trasposto al cinema nell'ottobre 2021, scritto da Massimo Gaudioso e Luca Infascelli e diretto da Stefano Mordini.
1975: Edoardo Albinati (Emanuele Di Stefano) frequenta l'istituto San Luigi, dove è preminente l'insegnamento della religione cattolica e degli ideali ad essa associati, anche tramite insolite lezioni.
Tuttavia, dietro quella patina esterna di formalità e rispetto, si nascondono terribili verità. Compagni di scuola che bullizzano altri compagni e famiglie disfunzionali dove i figli non parlano coi genitori e i genitori non cercano nemmeno di capire il loro malessere, così immersi nel loro lavoro e nella loro ricchezza che tutto soverchia.
E in questo ambiente si coltivano anche futuri assassini. Come Angelo Izzo (Luca Vergoni) e Giovanni Guido (Francesco Cavallo), che qualche mese dopo si renderanno responsabili di uno dei più efferati atti di criminalità della società italiana del dopoguerra.
La tematica in sé non è molto semplice da trattare e non può prescindere dal mostrare scene crude o utilizzare un linguaggio decisamente sferzante. Anche perché l'evento che qui viene descritto in realtà presenta intorno a sé problematiche che la società italiana si è voluta portare avanti per decenni (come la concezione penale del reato di stupro) per chissà quali motivi.
La frase più angosciante è quando Edoardo Albinati intuisce che tutti quegli insegnamenti che vengono dati loro rischiano di essere nulli se non accompagnati da qualche forma di empatia. Ed è il primo a capire che dall'istituto da lui frequentato possono uscire efferati assassini.
Il film dunque non risparmia nulla, giustamente, ma non condanna apertamente la religione cattolica e i suoi dettami. Piuttosto punta lo sguardo e in parte anche il dito su quella classe altoborghese che era ben presente nella società italiana degli anni '70 del ventesimo secolo.
Di fronte a certi genitori che non mostrano alcuna traccia di amore o interesse verso i loro figli, questi si ritrovano in un vuoto assoluto di emozioni, dove nessuno li può indirizzare in quell'età così complicata. Alcuni come Edoardo riusciranno però a uscire da quella spirale di nulla assoluto, a dimostrazione che persone come Angelo Izzo non sono vittime di un sistema, bensì hanno scelto in maniera consapevole di diventare persone malvage.
Un ambiente diverso, un'educazione diversa, delle persone diverse attorno a loro avrebbero cambiato questo? Non possiamo saperlo. Quello che rimane alla fine è una ragazza uccisa, la vita di un'altra ragazza distrutta per sempre e le esistenze di decine di famiglie in rovina.

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