sabato 13 gennaio 2024

Italians do it better? 37: Tutti a Bordo (2022)


Come noto, la pandemia causata dal COVID-19 ha per molto tempo limitato - e per svariati mesi anche bloccato - i viaggi. Anche da una regione all'altra o da una città all'altra. Col graduale attenuarsi della crisi, tuttavia, le limitazioni sono venute meno e si è tornati a una situazione ordinaria, se così la si può definire.
Prende in parte spunto da quanto accaduto Tutti a Bordo, diretto da Luca Miniero, scritto da Luca Miniero, Michele Abatantuono e Lara Prando e distribuito nei cinema nel settembre 2022.
Dopo la fine del lockdown e il ripristino dei viaggi nell'intera nazione italiana, Bruno (Stefano Fresi) organizza una gita in Sicilia per il figlio e altri figli di suoi amici, offrendosi anche come accompagnatore, nonostante i dubbi dei genitori e della moglie Chiara (Giulia Michelini).
Giunto in stazione, Bruno vi trova il padre Claudio (Giovanni Storti), con cui ha litigato e non parla da svariati anni. Le tensioni tra i due nascono subito e non si avvedono dunque della partenza del treno, sopra il quale sono già saliti i bambini.
Ora Bruno e Claudio dovranno mettere da parte le loro divergenze e compiere un giro lungo le principali città italiane per ritrovare i bambini, prima che Giulia o gli altri genitori scoprano quanto è accaduto.
Il punto di partenza della pellicola è appunto l'evento storico più recente e importante degli ultimi anni, e non solo, ma appare subito chiaro che esso è solo un pretesto per far partire la storia e concentrarsi poi su altro. Tanto che appunto l'uscita dal lockdown viene buttata lì, ma non ne vengono analizzate le conseguenze: non è quello che importa in questo contesto.
In realtà il focus è - come spesso abbiamo visto in altre commedie - l'analisi delle dinamiche familiari. Famiglie che magari, proprio a causa del lockdown che ha separato le persone costringendole a vivere sole in casa, si sono poi riavvicinate.
Ecco dunque un'altra famiglia disfunzionale che si ritrova e si riappacifica, seppur non equivalente a quelle di Sconnessi. Poiché qui vi sono situazioni in cui molti si possono ritrovare (il rapporto difficile col proprio genitore, le crisi matrimoniali e il distacco dai figli, che già da bambini sono dediti alla tecnologia) e dunque lo spettatore deve essere rassicurato che tutto andrà bene, specialmente dopo una grande crisi.
Il tutto in un'atmosfera simil-fiabesca contornata da svariati momenti surreali, che è anche un immenso spottone per le Ferrovie dello Stato, il cui logo non manca di essere inquadrato e che ha finanziato la pellicola. Prendendosi qualche libertà con le procedure regolamentari, tanto che ci si preoccupa di precisare che di sicuro nella realtà le cose non si svolgerebbero come mostrato qui.
La metafora del viaggio è spesso utilizzata come metodo per ritrovare sé stessi e ritrovarsi con gli altri, magari con chi non si vede da tempo immemore. Il COVID-19 ha limitato di molto questa metafora pochi anni fa, ma ora essa può essere nuovamente intrapresa. Sta alla singola persona decidere la destinazione finale.

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