sabato 6 gennaio 2024

Italians do it better? 36: Benvenuto Presidente! (2013)


La Presidenza della Repubblica è la carica più alta e prestigiosa dell'ordinamento italiano. Hanno ricoperto suddetta carica personalità importanti della storia italiana quali Luigi Einaudi, Sandro Pertini e - attualmente - Sergio Mattarella, il primo a ricoprire due mandati.
Ma anche personalità... particolari, come in Benvenuto Presidente! diretto da Riccardo Milani, scritto da Luca Miniero, Fabio Bonifacci e Nicola Giuliano e distribuito nei cinema nel marzo 2013.
Da mesi si sta provando invano a eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, ma i tre principali partiti politici non riescono a trovare un accordo. In segno di protesta tutti loro, senza concordarlo e senza immaginarlo, decidono di inserire nella scheda il nome di un celebre eroe della storia italiana, Giuseppe Garibaldi.
Tuttavia, un uomo con quel nome e che rispetta i requisiti per diventare Presidente c'è. Soprannominato Peppino (Claudio Bisio), è un simpatico pescatore disoccupato.
In principio si vorrebbe che costui desse rapidamente le dimissioni, ma quando Peppino si accorge di quanto malaffare ci sia nel mondo della politica decide di restare e provare a cambiare le cose, insieme alla vice-responsabile del protocollo, Janis (Kasia Smutniak).
Questa è una pellicola che cerca di unire l'umorismo tipico di certa rivista dell'avanspettacolo, unito alla comicità televisiva (di cui l'attore protagonista è grande esperto) e aggiungendovi anche qualche elemento di satira sociale.
E quindi - sfruttando una premessa davvero improbabile nella sua attuazione, ma you know, la storia deve andare avanti - per buona parte si seguirà la consolidata trama del pesce fuor d'acqua. Ovvero dell'uomo onesto che si ritrova catapultato - nella narrazione ordinaria di tutti i giorni, da chiacchera da bar - nella capitale del malaffare e della corruzione, ovverosia il Parlamento italiano, ma che riesce a cambiare le cose con la sua spontaneità e sincerità.
Certo, il tutto tra battutine varie e scenette di contorno (nonostante più volte si citino i protocolli legislativi, dubitiamo molto che le scene ritratte siano attuabili nel panorama italiano) che devono trascinare il pubblico facendolo sorridere proprio per la loro carica surreale.
E quella che sembra passare fino all'ultimo momento è la classica visione da italiano medio della politica e dei partiti che fanno schifo. Intendiamoci, c'è anche questa ovviamente, ma vi è anche altro. Poiché credo la pellicola ambisse a non essere del tutto rassicurante. E quindi, parlando attraverso il loro personaggio, gli sceneggiatori lanciano un ultimo messaggio (nella finzione, il Presidente parla in diretta televisiva, nella realtà gli scrittori si rivolgono al pubblico, un uso accorto della rottura della quarta parete).
Un ultimo messaggio che ribalta le carte in tavola e dona una nuova prospettiva che - sebbene sia abbastanza chiara - ognuno potrà poi valutare col proprio metro di giudizio. Perché a volte anche le persone semplici come Peppino Garibaldi possono lasciare dietro di loro una traccia significativa.

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