giovedì 6 luglio 2023

Prime Video Original 65: Emergency


La tematica del razzismo è una delle più delicate da trattare in ogni contesto, in particolar modo per la società americana, la quale affronta questo problema da svariati decenni e, nel mondo del cinema, trattandolo con pellicole di buon livello già di svariato tempo fa (si pensi ad esempio ai film con protagonista Sidney Poitier).
Una tematica che è divenuta ancora più sensibile negli ultimi anni a causa di alcuni fatti di cronaca nera, come il pestaggio letale subito da George Floyd o le manifestazioni del movimento Black Lives Matter. E visto che i film con Sidney Poitier erano comunque sceneggiati e diretti da albini, come vedono i neri questa tematica in un film?
Un punto di vista ci viene offerto da Emergency, diretto da Carey Williams, scritto da K.D. Dávila e distribuito su Amazon Prime Video a partire dal 27 maggio 2022.
Sean (RJ Cyler) e Kunle (Donald Elise Watkins), due studenti universitari afroamericani, si preparano a passare una notte di bagordi in vari locali, ma quando vanno a trovare il loro amico Carlos (Sebastian Chacon) trovano nel suo appartamento una ragazza in grave stato di ebrezza e priva di conoscenza.
Carlos non ha idea di chi sia e, per evitare possibili guai, i tre decidono di non chiamare la polizia e di portare la ragazza in ospedale. Il tragitto, però, non sarà così semplice e la sorella della ragazza ha già intrapreso una ricerca personale.
Vi è una non inedita ma comunque insolita commistione di generi in questo film, che unisce il dramma alla commedia passando anche per la satira. Dietro quindi la storia dei tre studenti c'è qualcos'altro e, senza che se ne faccia troppo mistero, la si utilizza per parlare di come viene percepito il razzismo negli Stati Uniti odierni. Solo che stavolta il punto di vista è principalmente quello degli afroamericani e non necessariamente il tutto diventa moralistico ("i bianchi sono razzisti, la società ci odia").
Anzi, si vuole suggerire che - pur essendo il razzismo un problema molto serio negli Stati Uniti - a volte per timore di incapparvi o per eccessivi concetti generalisti (tutti i poliziotti sono violenti) gli afroamericani rischiano di cacciarsi in guai seri. Mentre invece dal canto loro gli albini sono incapaci di vedere le zone di grigio e per loro tutto è razzismo, anche quando non lo è.
Quando invece basta poco perché, aldilà del colore della pelle, la gente si aiuti nei momenti di difficoltà e sia comprensiva. Anche se un terrore, e forse anche un pregiudizio di fondo, infine rimane da ambo le parti.
Ma è un messaggio che prevale sulla storia in sé? In certi punti sì, in altri no: è chiaro che gli autori del film - al loro primo lungometraggio - abbiano cercato di trovare un equilibrio tra queste due esigenze. Ma di una cosa possiamo essere certi alla fine: non ascolterete più Stayin' Alive dei Bee Gees con le stesse orecchie di prima.

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