martedì 18 luglio 2023

Netflix Original 141: Il Direttore Capo


Il mondo del lavoro e la frenesia degli uffici spesso compaiono nei film, divenendo metafora dei tempi in cui sono prodotti e della frenesia di quei tempi (come ad esempio Dalle 9 alle 5... Orario Continuato, per non citare addirittura Tempi Moderni).
Con quella che è stata la crisi finanziaria che ha avuto il suo culmine nel biennio 2007-2008, tale argomento è divenuto ancor più sensibile e delicato, con numerosi film dall'impatto drammatico (La Grande Scommessa o Margin Call, per citare due esempi al riguardo).
Ma c'è spazio anche per la commedia, come avviene in Il Direttore Capo (Jefe), diretto da Sergio Barrejón, scritto da Natxo López e Marta Piedade e distribuito su Netflix a partire dal 26 ottobre 2018.
César (Luis Callejo) è il CEO di una importante società spagnola che però, a seguito di alcune verifiche fiscali e investimenti andati a male, rischia di chiudere i battenti. Costui, insieme ai componenti del consiglio di amministrazione, ha solo sette giorni per risolvere la situazione ed evitare la bancarotta.
Durante questo periodo, lavorando anche di notte, César incontra Ariana (Juana Acosta), una donna delle pulizie proveniente dalla Colombia intraprendente e con uno spirito libero. Da lei César coglie una differente visione del mondo, che lo aiuterà nelle decisioni da prendere.
Quella che in principio appare come una pellicola dall'impatto drammatico, si trasforma ben presto in una commedia dai toni quasi fiabeschi, una sorta di versione moderna di Cenerentola. Tramite due persone dalla personalità opposta, due mondi differenti si incontrano e trovano un'intesa.
César è un CEO atipico: non perfetto, ovviamente, un po' omofobo e razzista, ma che tiene ai propri dipendenti, rifiutando perciò di licenziarli per recuperare i fondi mancanti. Solo nei film credo possano esistere figure simili.
Dall'altro lato, invece, abbiamo una ragazza che cerca di adattarsi a una situazione difficile per lei al fine di poter sostenere la propria famiglia, anche se questo non l'ha fatta scivolare verso il cinismo e il pessimismo.
Il film segue poi i canoni classici di questo tipo di commedia, con lui che ama lei, ma lei deve andarsene, ma lui diviene comunque un uomo migliore e conquista la felicità. Con qualche piccolo elemento di thriller a contornare la vicenda. Nel mezzo figure surreali (come il ragazzo che consegna per conto della moglie di César i messaggi che annunciano l'imminente divorzio) che non troppo paradossalmente contribuiscono ad alimentare l'atmosfera fiabesca che permea la pellicola.
Tanto che alla fine il protagonista si dimentica delle proprie scarpe lungo la via. Forse più che Cenerentola in questo caso abbiamo Cenerentolo.

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