Nel 1992 esce Chi Non Salta Bianco è (uno di quegli strani titoli che al tempo si inventava la distribuzione italiana), una piccola gemma scritta e diretta da Ron Shelton e incentrata sul rapporto conflittuale e di amicizia tra due mancate promesse del basket, alle prese coi problemi della vita, ma uniti dalla passione per lo sport.
Trent'anni dopo, e con una generazione ormai alle spalle, qualcuno ha pensato - bene o male - di andare a recuperare anche questo film e farne un remake. Ecco dunque White Men Can't Jump, che sarebbe poi il titolo originario, diretto da Calmatic alias Charles Kidd II, scritto da Kenya Barris e Doug Hall e distribuito su Disney+ a partire dal 19 maggio 2023.
Kamal (Sinqua Walls) era una promettente stella del basket, ma a seguito di uno scandalo si è ritirato dalle competizioni e ora lavora come corriere. Un giorno conosce su un campo da basket Jeremy (Jack Harlow), un ex giocatore semiprofessionista dalle ginocchia fragili.
Dopo un iniziale diverbio i due, che non versano in buone condizioni economiche, decidono di sfruttare le loro ancora buone capacità di gioco per fare delle partite due contro due e racimolare qualche soldo, denaro utile per partecipare a un torneo il cui montepremi può risolvere tutti i loro problemi finanziari.
Chi volesse guardare questo film nella speranza di cogliere qualche riferimento alla pellicola originaria - o improbabili camei - può abbandonare subito ogni speranza. Non vogliamo certo dire che i due prodotti condividono solamente il titolo, ma appare chiaro che questo nuovo film ha preso l'idea di base del lungometraggio di Ron Shelton (un bianco e un nero che sviluppano un rapporto di amicizia grazie al basket) e lo ha adattato ai tempi moderni.
Tempi moderni che si tiene a sottolineare ogni volta che è possibile, tra influencer, pagamenti col cellulare e inserzioni Instagram.
Si punta molto inoltre sul discorso riscatto sociale e personale dei due protagonisti (in "contrasto" col primo film, dove i due personaggi principali volevano solo trovare un loro posto nel mondo), che dai campi di basket ne sono dovuti uscire forzatamente, precipitando poi in un abisso di anonimato.
E quel riscatto passa appunto da quel mondo che li ha respinti e dal superamento di quei limiti che hanno compromesso il loro successo.
I due nuovi attori protagonisti si impegnano, nessuna obiezione in merito, ma il confronto con Wesley Snipes e Woody Harrelson è inevitabile e implacabile. Questi ultimi non erano degli esimi sconosciuti quando girarono quel film, ma in un certo senso esso contribuì a farli conoscere e apprezzare di più, visto come si sapevano adattare in maniera abile sia a situazioni drammatiche che comiche.
Non ho idea se Sinqua Walls e Jack Harlow siano degli esimi sconosciuti o meno, ma qui l'aspetto drammatico prende del tutto il sopravvento, mentre le battute sembrano messe tanto per cercare di dare un po' di colore e basta.
Non è un film del tutto buonista, questo no, ma è chiaro che cerca un finale che sia rassicurante, anche qui in "contrasto" col film originario dove i due protagonisti, conclusa quella pagina della loro vita non necessariamente in modo lieto, dovevano iniziarne un'altra.
Il cinema degli anni '90, meno ottimista e talvolta cupo anche nei film commedia, a confronto col cinema odierno che cerca di essere ottimista a tutti i costi nei prodotti mainstream.
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