mercoledì 12 luglio 2023

Fabolous Stack of Comics: Storie di Guerra - Gli Imboscati del D-Day


Mentre avveniva il decisivo sbarco in Normandia, nel giugno 1944, vi era un'altra campagna militare in corso che risultò decisiva per le sorti della Seconda Guerra Mondiale e che avvenne proprio nel nostro paese.
La Campagna d'Italia si rivelò tuttavia, per vari motivi, insolitamente lunga e sanguinosa, durando sostanzialmente per due anni dal 1943 al 1945. Un protrarsi del conflitto che portò a voci poco piacevoli, incuranti delle vittime che erano cadute in battaglia, e che trovò il suo culmine proprio poco dopo il D-Day.
Si disse infatti ci fosse stata una dichiarazione di un'alta esponente per cui coloro che erano impegnati nella Campagna d'Italia avevano prolungato la loro permanenza al fine di evitare lo sbarco in Normandia e passare le loro giornate in spiaggia (come vedete, le dichiarazioni sciocche dei politici hanno storia lunga). In risposta venne concepita una ballata, D-Day Dodgers.
Si occupa di questa curiosa vicenda Garth Ennis con una Storia di Guerra, Gli Imboscati del D-Day (D-Day Dodgers), albo pubblicato nel 2001 disegnato da John Higgins.
Settembre 1944: Il Tenente Ross, di nazionalità inglese, viene inviato a San Carretto durante la Campagna d'Italia, per mettersi al servizio del Capitano Lovatt, irlandese, il cui plotone è tra i tanti che sta cercando di sottrarre ai nazisti il controllo della nazione dopo la caduta di Benito Mussolini.
Il giovane tenente pieno di speranze si ritrova tuttavia di fronte a un uomo provato dai tanti anni di guerra e dai troppi uomini caduti sotto il suo comando. Eppure la battaglia deve andare avanti e potrà concludersi in una sola maniera: in tragedia.
Per una volta Garth Ennis mette da parte i suoi toni di satira e non descrive storie di perdenti, anche se quanto capitato a molti soldati durante la Campagna d'Italia non è certo una storia di trionfo.
Lo sguardo dello sceneggiatore verso quegli eventi a cui non ha potuto assistere di persona per motivi anagrafici, ma di cui ha letto solo sui libri di storia e che qui drammatizza forse senza neanche troppi eccessivi estremismi, è uno sguardo pieno di ammirazione.
Un sentimento di profondo rispetto verso quei soldati di diverse nazioni che si sono coalizzati contro un nemico comune e più insidioso e che hanno pagato con la vita tale loro dedizione. Una vita rivolta a un bene più alto che però alcuni hanno dileggiato, parlando per ignoranza e facendosi trascinare dalla marea del consenso, che vedeva l'eroismo solo in una parte del mondo quando invece era presente anche altrove.
Garth Ennis ci trasferisce tutte quelle che sono le futili speranze e le illusioni dei due protagonisti, unendo ma non banalizzando i temi della religione e della politica, con quello che è forse uno dei finali più drammatici delle Storie di Guerra insieme a I Reiver. Uomini il cui destino appare già segnato, ma nonostante tutto non si tirano indietro. Fino alla fine.
Perché talvolta l'eroismo viene riconosciuto troppo tardi.

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