mercoledì 19 luglio 2023

Netflix Original 142: Been So Long


I musical hanno un ritmo narrativo tutto loro, particolare, eternamente sospeso tra una storia che prosegue e l'aggiunta nel mentre di inserti musicali che a volte possono apparirci surreali o insensati.
Ma i musical al tempo stesso hanno sempre fatto presa sul pubblico, narrando anche di eventi importanti (come nei casi di Jesus Christ Superstar o Evita), ma concentrandosi anche su più classiche storie d'amore.
Quale quella presente in Been So Long, diretto da Tinge Krishnan, scritto da Ché Walker basandosi su una sua omonima opera teatrale e distribuita su Netflix a partire dal 26 ottobre 2018.
Ci troviamo nel quartiere londinese di Camden. Simone (Michaela Coel) è una mamma single che deve badare alla propria figlia portatrice di handicap. Un giorno incontra in un locale Raymond (Arinzé Kene), un uomo affascinante per cui prova immediatamente dei sentimenti.
Raymond, tuttavia, è appena uscito di prigione e ben presto Simone inizia ad avere dei ripensamenti sul loro rapporto, arrivando infine a mettere in dubbio la sua intera esistenza.
Il film gira tutto intorno a un micromondo, ovvero Camden con le sue luci e le sue ombre, in cui assistiamo al progredire delle esistenze di svariati personaggi. Simone e Raymond sono infatti i protagonisti principali, ma altri personaggi ruotano attorno a loro (un barista, la sorella di Simone, un rivale in amore di Raymond, l'ex marito di Simone) contribuendo alle loro scelte di vita.
C'è da dire che la storia ruota principalmente attorno ai due innamorati e quindi le storie secondarie degli altri personaggi, pur trovando una risoluzione, vengono alla fine un po' sacrificate e accelerate. Anche la storia in sé è molto classica ("ti amo, ti lascio, ti amo ancora") ed è un pretesto per esaminare i comportamenti umani nelle situazioni di crisi psicologica. Crisi che tutti i personaggi affrontano a vario titolo e da cui escono grazie alla loro forza di volontà e alla presenza degli amici.
Nei musical, come sempre, quello che conta sono gli intermezzi canori, che in questo caso non mancano, soprattutto nella prima parte. Per quanto riguarda l'apprezzamento delle singole canzoni, questo dipende dai singoli gusti di ognuno.
Quello che può apparire a volte strano in un musical è come le persone, mentre stanno parlando magari anche di cose importanti, all'improvviso si mettano a cantare (in realtà il bello è proprio questo, quando viene ben realizzato).
In questo caso i vari pezzi rappresentano una sorta di proiezione esterna dell'inconscio dei vari personaggi, di modo da permettere allo spettatore di comprendere al meglio quali siano i loro sentimenti e le loro sensazioni.
Un altro tassello che va a comporre un grande arazzo nel peculiare ritmo narrativo dei musical.

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