lunedì 6 dicembre 2021

Fabolous Stack of Comics: Storie di Guerra - Condor


Se c'è un genere a cui possiamo associare il nome di Garth Ennis, questo è sicuramente quello bellico. Lo sceneggiatore irlandese, infatti, può vantare sul proprio curriculum numerose storie inseribili in questo particolare genere, sia associate a personaggi appartenenti a Marvel e DC Comics (soprattutto Punisher e Il Sondato Fantasma), sia racconti originali ma basati su eventi storici realmente accaduti.
Molti di questi albi appartenenti alla seconda categoria sono poi stati raccolti in vari volumi antologici intitolati Storie di Guerra (War Stories). Il primo di essi che esaminiamo si intitola Condor (Condors), one-shot disegnato da Carlos Ezquerra e pubblicato nel 2003.
La storia si svolge nel 1939, poco prima del termine della Battaglia dell'Ebro, la quale risultò decisiva per le sorti della Guerra Civile Spagnola e che sancì infine la vittoria delle forze franchiste.
Mentre la battaglia infuria, quattro soldati (lo spagnolo Juan-Miguel Martinez, il tedesco Joachim Reinert, l'inglese Billy Gardner e l'irlandese Thomas Kilpatrick) si ritrovano in una trincea abbandonata e iniziano a discutere del loro passato, delle loro ideologie e degli eventi che li hanno portati a rimanere coinvolti nel conflitto dell'Ebro. Un confronto verbale che non tarda a divenire scontro.
I protagonisti di questa storia sono quattro perdenti e la motivazione della loro sconfitta è comune. Ognuno di loro è convinto di aver agito e di stare agendo nel giusto rispetto alla ragione che li ha portati a finire in quella trincea e a rimanere coinvolti in una battaglia così imponente.
E ognuno di loro, pur raccontando delle storie in cui ci si può rispecchiare (chi in vita sua non ha commesso un errore ma era convinto della ragione del proprio agire?), non si smuove dalle proprie posizioni, anche quando vengono fatte notare loro alcune fallacie nel ragionamento.
E quindi alla fine quella che poteva essere una perfetta situazione di confronto, di crescita interiore, si rivela nulla più che un'ulteriore appendice del conflitto in corso, ma su scala minore. E ne sono tutti consapevoli, poiché uno dei protagonisti dichiara senza mezzi termini che non hanno imparato niente da ciò che è accaduto (non solo rispetto a quanto avvenuto nella trincea, ma anche in maniera più generica) e le loro vite - anche al termine della guerra - rimarranno ancora quelle di perdenti guidati da altre persone che approfittano della loro buona fede.
L'amaro epilogo, in cui apprendiamo della triste e solitaria fine di ognuno dei quattro protagonisti, non fa altro che confermare tutto questo.
Un piccolo gioiello di storie di umanità, più che di guerra, da parte di Garth Ennis.

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