Nel 1973, Augusto Pinochet diviene dittatore del Cile, rimanendo a capo di questa nazione per oltre quindici anni.
Nel 1976, Jorge Videla diviene capo supremo dell'Argentina, detenendo questa carica fino al 1983.
In questo delicato e tormentato clima politico e sociale nel Sud America, esce un'opera che parla di queste due dittature - e più in generale delle dittature - nel modo migliore, ovvero senza parlarne affatto in maniera esplicita.
Si tratta di Perramus, opera in più parti sceneggiata da Juan Sasturain e disegnata da Alberto Breccia. Il primo capitolo, intitolato Il Pastrano dell'Oblio (El Piloto del Olvido), viene pubblicato nel 1982.
Un uomo, di cui non sapremo mai il nome, che si sta ribellando a una dittatura militare fugge per non essere ucciso dai soldati che hanno scovato il suo rifugio, ma nel fare ciò condanna a morte i suoi compagni, i quali vengono scoperti e fucilati. Pieno di rimorsi e dolore, l'uomo approda in un bar, dove una donna gli offre il dono dell'oblio.
L'uomo dimentica il suo vero nome e il suo passato e viene caricato su una nave da uomini con la faccia da teschio. Ribattezzato Perramus, dal nome della marca dell'impermeabile da lui indossato, l'uomo inizia così a vivere strane e insolite esperienze, che lo portano a conoscere personalità originali quali il meticcio Canelones e persino lo scrittore argentino Jorge Luis Borges.
Qual è il modo migliore per criticare una dittatura, metterla alla berlina senza citarla in maniera esplicita per non rischiare drammatiche conseguenze, e far arrivare il messaggio al lettore di quali tempi folli si stia vivendo? Semplice, descrivendo un mondo folle, così folle da apparire distante dalla realtà (pur non essendo così) e popolato da gente fuori dagli schemi.
Perramus è l'uomo senza memoria, senza identità, senza uno scopo: è l'uomo che vaga nelle città dominate dalle dittature senza poter dire nulla, dovendo fingere di non esistere per non perdere la vita. Poiché ogni dittatura cerca di annullare l'identità di una persona per poterla controllare.
In questo suo vagare senza meta, Perramus incontra altre persone bloccate nel loro percorso, che si ripete costante ogni giorno, poiché costoro non hanno altro, almeno in apparenza.
Tra queste persone vi è il Nemico, che combatte un conflitto da così tanto tempo da aver dimenticato la ragione per cui è scoppiato e viene celebrato ogni anno dalla nazione con cui è in guerra, che lo ringrazia per il fatto che la popolazione abbia qualcuno contro cui rivolgere il proprio odio (una metafora potentissima, ancora oggi).
Alla fine di questo vagare, tuttavia, Perramus incontra qualcuno che lo indirizza sulla retta via: Borges. Capendo di essere prigioniero di un loop che rischia di rivelarsi infinito, Perramus smette infine di fuggire e inizia a combattere, diventando così un nuovo uomo, pronto a percorrere un sentiero differente e migliore.
Sublime l'arte grafica di Alberto Breccia, con un gioco e mix di neri e grigi che rende il paesaggio che ruota attorno ai personaggi qualcosa di impalpabile, etereo, come il mondo così lontano eppur così vicino che traspare da questo primo capitolo.
I primi passi di Perramus come nuovo uomo libero sono stati compiuti, ora è tempo che quel percorso vada avanti, con altri capitoli.
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