venerdì 12 novembre 2021

Fabolous Stack of Comics: Le Nuove Avventure di Ciclope e Fenice


Sembra che Scott Summers/Ciclope e Jean Grey/Fenice debbano divenire degli habitué dei viaggi nel tempo.
Dopo Le Avventure di Ciclope e Fenice, infatti, i due eroi si ritrovano di nuovo proiettati in un'avventura temporale - stavolta, però, ambientata nel passato - nella miniserie di quattro numeri Le Nuove Avventure di Ciclope e Fenice (The Further Adventures of Cyclops and Phoenix), pubblicata nel 1996, scritta da Peter Milligan e disegnata da John Paul Leon.
L'anno è il 1859 e nella comunità scientifica londinese è molto dibattuta la Teoria dell'Evoluzione di Charles Darwin. Uno dei suoi più accesi sostenitori è Nathaniel Essex, che ha di recente perso un figlio, il quale è convinto che l'umanità presto compirà un nuovo balzo evolutivo.
In questo scenario giungono tre visitatori dal passato e dal futuro: il primo è Apocalisse, il quale si risveglia dal suo stato di ibernazione pronto di nuovo a dare vita alla sua Era dove solo il più forte potrà sopravvivere. Gli altri due sono Ciclope e Fenice, trasportati nella Londra del diciannovesimo secolo dalla Sorellanza Askani per salvare il loro futuro: questo comporterà dover uccidere Nathaniel Essex prima che diventi Sinistro e diventi uno dei principali avversari degli X-Men?
Pur essendo questa miniserie un seguito della prima storia ideata da Scott Lobdell e Gene Ha, riesce ad avere una propria identità e a non farsi offuscare dall'ombra del "progenitore".
E non solo perché la storia è ambientata in un periodo temporale differente. La prima miniserie trattava l'insolito rapporto familiare che Ciclope e Fenice avevano con Cable, mentre qui - privi del guerriero del futuro - il tutto si concentra sul loro rapporto e come si completino l'un l'altra. Non è un viaggio di formazione, stavolta, bensì un viaggio di ricerca interiore in cui i due eroi mantengono la loro umanità anche di fronte all'orrore e alla malvagità rappresentata da Apocalisse.
Nel mezzo vi è Nathaniel Essex, che diviene infine Sinistro. Curioso notare come questa metamorfosi avvenga quando lo scienziato perde ogni vestigia residua di umanità, a seguito della morte di sua moglie, che lo ripudia, causata da un drammatico travaglio durante il quale accade anche la morte del secondogenito.
Quindi, in questa storia, Sinistro non rappresenta una metafora della scienza incurante dei bisogni dell'umanità (tanto cara a certo complottismo moderno), quanto piuttosto in quali abissi di disperazione possa precipitare una persona che diviene infine preda dei propri demoni interiori e alla fine ha come appiglio solo ciò in cui crede, aldilà del fatto che questo sia realizzabile o meno.
Ciclope e Fenice alla fine conservano la loro umanità, e questo ha anche benefici sul loro futuro, come rivelato dal colpo di scena finale. Mentre Essex la perde, così come perde la propria vera identità. Questa è la differenza tra loro.

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