giovedì 4 novembre 2021

A scuola di cinema: Super Mario Bros. (1993)

1981: Nelle sale giochi impazza Donkey Kong, dove un uomo senza nome coi baffi cerca di salvare la sua amata dalla scimmia che porta il nome del gioco.
Quell'uomo viene infine battezzato come Mario nel 1983, quando esce Mario Bros., che introduce anche suo fratello Luigi. Ma è nel 1985, con l'uscita di Super Mario Bros., che la fama di Mario e Luigi arriva a livelli stellari. Il gioco vende milioni di copie e Mario diviene il personaggio simbolo della Nintendo, la casa sviluppatrice del videogioco. A oggi, non si contano più i titoli in cui sono presenti Mario e il suo mondo.
Con la popolarità del personaggio che aumenta a livello internazionale, il cinema comincia a interessarsi all'allora sempre più crescente industria del videogioco. Su Super Mario Bros. ricade così l'inevitabile scelta di prima pellicola basata su un videogame, ma non tutto va secondo i piani.


Ottobre 1990: Il regista e produttore Roland Joffé si reca a Kyoto, presso il quartier generale della Nintendo, dove incontra Hiroshi Yamauchi e Minoru Arakawa, presidenti della società, e il creatore di Super Mario Bros., Shigeru Miyamoto. Già altre offerte sono arrivate sul tavolo per un adattamento cinematografico di Super Mario Bros., ma nessuna è stata ritenuta interessante finora.
Joffé riesce a convincere la Nintendo della bontà del suo progetto e negoziare, per conto della sua società di produzione Lightmotive, l'acquisto dei diritti di sfruttamento sul videogioco per due milioni di dollari.
Oltre all'accordo in sé, per la Nintendo sono sufficienti solo le percentuali sul merchandising che ne conseguiranno, poiché quando Joffé garantisce il controllo creativo sulla pellicola, i dirigenti si dichiarano non interessati.
Il primo trattamento di sceneggiatura viene affidato a Barry Morrow, lo sceneggiatore di Rain Man. Lo scrittore idea una sorta di prequel del videogioco, con i due fratelli che intraprendono un road-trip alla ricerca di un anello caduto in una tubatura, approdando infine nel mondo dei dinosauri e analizzando nel frattempo la loro relazione familiare.
Questa sceneggiatura, tuttavia, non incontra i favori della produzione, tanto che Morrow non riesce nemmeno a completarla ed Ed Solomon viene incaricato della revisione, la quale non ha miglior fortuna. Un'ulteriore sceneggiatura dai toni più fantasy di Jim Jennewein e Tom S. Parker, completata all'inizio del 1991, viene ugualmente messa da parte.
Come regista viene individuato in principio Greg Beeman e il film comincia la fase di pre-produzione, ma dopo che un film di Beeman, Mom and Dad Save the World (inedito in Italia), si rivela un flop viene allontanato dal progetto. Joffé propone perciò la regia a Harold Ramis, il quale però rifiuta.
A Joffé viene allora in mente un telefilm che ha molto apprezzato, Max Headroom, e si reca a Roma per incontrare i due creatori della serie, Rocky Morton e Annabel Jankel (marito e moglie nella vita). I due si dimostrano molto interessati alla cosa e concordano col produttore che il film debba avere toni dark, sulla scia delle pellicole di Tim Burton, e rivolgersi anche a un pubblico adulto. Morton e Jankel ideano inoltre l'origine del mondo dei dinosauri, causata dal meteorite che ne causò l'estinzione, ma proiettò alcuni di loro in una dimensione alternativa.
Rocky Morton e Annabel Jankel vengono dunque incaricati della regia, nonostante in passato abbiano diretto un unico lungometraggio, D.O.A. - Dead on Arrival (D.O.A.).
Viene ideata una nuova sceneggiatura da Parker Bennett e Terry Runté, che mixano i toni dark richiesti con qualche elemento di commedia prendendo a riferimento Ghostbusters. Forse fin troppi elementi, poiché all'improvviso i due vengono allontanati dal progetto e Dick Clement e Ian La Frenais vengono ingaggiati per operare una revisione che introduca elementi più maturi e operi una sorta di mix nella descrizione del regno dei dinosauri tra Il Mago di Oz e Alice nel Paese delle Meraviglie.
Mentre vengono costruiti i primi set, si ricercano gli attori per i ruoli principali. Dustin Hoffman si dimostra interessato al ruolo di Mario, ma Minoru Arakawa ritiene non sia l'interprete adatto e dunque si deve rinunciare a lui, nonostante fosse già pianificato un incontro. Il ruolo viene allora proposto a Danny DeVito, che rifiuta.
Si arriva dunque a Bob Hoskins, il quale in un primo momento si dichiara non interessato, poiché non ha desiderio di partecipare a un altro film rivolto a un pubblico di bambini. Quando però Joffé gli invia l'ultima revisione della sceneggiatura di Dick Clement e Ian La Frenais, l'attore cambia idea e accetta la parte. Hoskins in principio non ha idea che il film sia tratto da un videogioco, glielo rivela in un secondo momento suo figlio quando gli racconta a cosa sta lavorando.
Il ruolo di Luigi viene proposto a Tom Hanks, che appare interessato e vicino a firmare un contratto per un ingaggio di 5 milioni di dollari, ma la Nintendo pone il veto quando scopre che l'attore è reduce da una serie di flop quali Turner e il Casinaro (Turner & Hooch) e Joe Contro il Vulcano (Joe Versus the Volcano). In sua sostituzione viene scelto John Leguizamo.
Il ruolo di Re Koopa viene offerto a Michael Keaton e Arnold Schwarzenegger, prima che venga accettato da Dennis Hopper, anche lui conquistato dalla sceneggiatura revisionata da Dick Clement e Ian La Frenais.
Con gli accordi per i ruoli principali conclusi, la costruzione dei set quasi terminata e un budget già stanziato, accade che a poche settimane dall'inizio delle riprese la Buena Vista Pictures si aggiudichi i diritti di distribuzione della pellicola e, insoddisfatta dei toni della sceneggiatura ritenuti troppo distanti dal pubblico di riferimento, quello delle famiglie con bambini, e che prevede troppi effetti speciali che rischiano di far lievitare in maniera sensibile il budget, richiede una consistente revisione.
Viene dunque ricontattato Ed Solomon e a lui si aggiunge Ryan Rowe, che intervengono sulla sceneggiatura per inserire toni più leggeri e rivolti al pubblico a cui la Buena Vista intende rivolgersi in termini di marketing e pubblicità. Nel fare questo, quasi tutti i riferimenti o gli easter egg collegati al videogioco vengono eliminati.
Tutto ciò senza informare né i registi, né gli attori, i quali scoprono la cosa praticamente il giorno prima dell'inizio dei lavori. Oltretutto la nuova sceneggiatura è in parte incompatibile con i set completati, che devono dunque essere parzialmente ricostruiti e adattati.
Di tutto questo valzer di sceneggiatori, alla fine vengono accreditati solo Ed Solomon, Parker Bennett e Terry Runté.
Le riprese iniziano in via ufficiale il 6 maggio 1992, tenendosi a New York e presso gli Screem Gems Studios di Wilmington, in North Carolina. La tempistica stimata per il completamento è di dieci settimane, Dennis Hopper si aspetta di rimanere sul set per non più di cinque.
Quando Parker Bennett e Terry Runté si presentano sul set senza preavviso, essendosi recati lì per pura curiosità pagando il viaggio coi propri soldi, la produzione li riassume immediatamente perché operino ulteriori revisioni su base giornaliera alla sceneggiatura, di per sé già fin troppo martoriata, tanto che alla fine sono più le correzioni che i dialoghi non revisionati a esser presenti.
I cambiamenti sono così tanti che molti attori alla fine imparano solo le battute che devono pronunciare nel giorno delle riprese e di cui vengono messi a conoscenza praticamente quando si deve iniziare a girare.
Il rapporto tra i registi e il resto della troupe, in particolar modo Bob Hoskins e Dennis Hopper, si complica subito, poiché Rocky Morton e Annabel Jankel vogliono controllare ogni singolo aspetto e non accettano alcun tipo di compromesso, prendendo le loro decisioni senza consultare nessuno. Non di rado accade che cambino una scena all'ultimo minuto, senza informare chi di dovere e, in un'occasione, Morton rovescia volutamente del caffè sulla testa di una comparsa poiché non gradisce come si è vestito.
La troupe comincia ben presto a usare appellativi ingiuriosi alle loro spalle, Bob Hoskins li insulta in faccia senza porsi troppi problemi e Dennis Hopper litiga con loro in maniera costante. Anche la produzione inizia a non vederli di buon occhio e praticamente li costringe a far sì che verso la fine del film i personaggi di Mario e Luigi indossino i loro caratteristici costumi, cosa che Rocky Morton e Annabel Jankel non intendevano fare.
Parker e Runté alla fine divengono loro malgrado gli intermediari, poiché gli attori non parlano più coi registi e i registi non intendono parlare più con la produzione per evitare altre ingerenze.
Pur avendo una controfigura per le scene più pericolose, Bob Hoskins è vittima di alcuni incidenti sul set. In un'occasione prende una piccola scossa, in un'altra rischia quasi di affogare. Ma il danno più serio lo subisce quando John Leguizamo, involontariamente, sbatte la portiera di un auto contro la sua mano, rompendogli un dito.
Per coprire la ferita, l'attore deve dunque indossare un tutore che viene dipinto di rosa perché assomigli al dito ferito. In una sorta di legge del contrappasso, anche Leguizamo viene poi investito da un'automobile, procurandosi una frattura a una gamba.
Ben presto sia Leguizamo che Hoskins capiscono che il film si rivelerà un disastro completo e non possono ovviamente sottrarvisi per impegni contrattuali. Per annegare il dispiacere, si rifugiano entrambi nell'alcool e non è raro che arrivino sul set coi postumi di una sbronza. L'incidente al dito di Hoskins viene causato proprio dal fatto che Leguizamo si sta ancora riprendendo dall'ubriacatura della notte precedente.
Le riprese si concludono il 27 luglio 1992. Alla fine i lavori sono durati più del previsto e Dennis Hopper è rimasto sino alla fine. La produzione, stanca dell'arroganza dei due registi, li licenzia in tronco: non consente loro di partecipare al montaggio della pellicola e fa effettuare qualche ripresa aggiuntiva dal direttore della fotografia Dean Semler e dai registi della seconda unità.
Super Mario Bros. viene distribuito nei cinema americani a partire dal 28 maggio 1993. A fronte di un budget di sicuro non inferiore ai 42 milioni di dollari, la pellicola arriva infine a incassare a livello internazionale poco meno di 39 milioni di dollari. Nessuno si stupisce di questo flop.
Negli anni successivi, tutti coloro che hanno preso parte a questa produzione, a partire da Hoskins, Hopper e i due registi, ne prendono le distanze. Hoskins arriva a definirlo il film peggiore a cui abbia partecipato nel corso della sua carriera e il suo più grande rimpianto. Solo il figlio di Bob Hoskins rimane un fan della pellicola, a dispetto di tutte le critiche.
La Nintendo per molti anni non concede più l'utilizzo di altre sue properties al cinema, ritornandovi solo nel 2019 con Pokémon: Detective Pikachu... ma questa è un'altra storia.

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