lunedì 4 gennaio 2021

Fabolous Stack of Comics: Il Nuovissimo Occhio di Falco


Occhio di Falco è stato il primo arciere della Marvel, avendo esordito su Tales of Suspense 57 del 1964. Sono quindi quasi sessant'anni che Clint Barton compie le sue gesta eroiche.
Ma non è l'unico arciere provetto nell'Universo Marvel. Quando Clint Barton venne ritenuto morto (una delle tante volte) dopo Vendicatori Divisi (Avengers Disassembled), esordì grazie ad Allan Heinberg e Jim Cheung sulla prima serie di Young Avengers un nuovo Occhio di Falco, Kate Bishop.
I due hanno cominciato a interagire in maniera significativa durante la serie Hawkeye, scritta da Matt Fraction e disegnata in buona parte da David Aja. Un rapporto che ha subito un'ulteriore evoluzione in Il Nuovissimo Occhio di Falco (All-New Hawkeye), due miniserie rispettivamente di cinque e sei numeri pubblicate tra il 2015 e il 2016, sceneggiate da Jeff Lemire e disegnate da Ramon Perez.
Gli Occhi di Falco ricevono dallo SHIELD l'incarico di smantellare una nuova operazione criminale dell'HYDRA denominata Progetto Communion. Quando si scopre, però, che il Progetto tiene prigionieri tre bambini Inumani con facoltà telepatiche, Kate decide di proteggerli e non affidarli allo SHIELD. Clint, tuttavia, giunge a non condividere la scelta della sua alleata. Una differenza di vedute che li metterà in contrasto, rischiando di sancire la fine della loro alleanza per sempre.
Le due miniserie si svolgono lungo tre piani temporali: il passato, che fa luce sul background di Clint Barton (la cui storia viene nuovamente, leggermente modificata) e Kate Bishop aiutandoci a capire le loro motivazioni attuali, il presente con la storia incentrata sul Progetto Communion e anche il futuro (probabile) con le conseguenze della frattura tra i due eroi.
Per ognuna di queste tre linee temporali, Ramon Perez adotta uno stile diverso e per quanto riguarda le scene del presente cerca di adattarsi, al meglio che può, al tratto di David Aja. Alquanto particolari, tanto da apparire schizzati in certi punti, i disegni della saga del futuro.
Lemire fa in modo, invece, che ognuna di queste tre linee temporali siano l'un l'altra interconnesse, pur trattando tematiche diverse. Se il passato di Clint Barton, in ultima analisi, non racconta nulla che non si sia già visto, quello di Kate Bishop è davvero ben tratteggiato.
Il presente e il futuro alla fine non collidono, sublimandosi in un finale alla "abbracciamoci tutti e vogliamoci tanto bene, perché abbiamo vinto tutti", che risulta un po' spiazzante rispetto a una saga che ha avuto per buona parte dei toni cupi (laddove invece Fraction li alternava con sprazzi di apprezzato umorismo).
Le due miniserie nel complesso contribuiscono ad affinare ancora di più la figura di Kate Bishop, la quale diventa la vera protagonista della storia, visto che la serie precedente aveva praticamente catalizzato tutta la sua attenzione su Clint Barton. Cercando in questo modo di allontanarla dal suo mentore, per farle percorrere un sentiero narrativo autonomo. Sentiero che tuttavia non potrà prescindere da quell'alias, che continua a portare con orgoglio. A buon diritto.

2 commenti:

  1. Ho riletto da poco le due miniserie e le ho trovate ancora e sempre divertenti, originali e piene di spunti interessanti. Ho una preferenza per la serie di Fraction - Aja, spassosissima pur nella sua drammaticità e, finalmente, un modo originale di narrare fumetto mainstream.
    Ciao!

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