sabato 28 novembre 2020

Libri a caso: L'Uomo Disintegrato


Pur avendo nella sua vita scritto pochi romanzi, Alfred Bester è uno degli scrittori di fantascienza maggiormente apprezzati di sempre, a dimostrazione di come quelle poche opere siano riuscite a entrare comunque nell'immaginario collettivo dei lettori.
Il suo primo romanzo, pubblicato nel 1952 su rivista e l'anno dopo in volume, si intitola L'Uomo Disintegrato (The Demolished Man) ed è una sorta di mix tra la fantascienza e la "inverted detective story" ideata da Richard Austin Freeman. Tanto che il titolo è praticamente uno spoiler.
Nel ventiquattresimo secolo dominato dalle grandi corporazioni e dove parte dell'umanità ha sviluppato grandi capacità telepatiche, l'imprenditore Ben Reich - preda di terribili incubi dove è perseguitato da un Uomo Senza Volto - progetta di uccidere il suo rivale in affari Craye D'Courtney.
Non è facile, tuttavia, commettere un omicidio e farla franca in un mondo pieno di telepati, anzi, è praticamente impossibile. Tuttavia, Reich escogita una serie di espedienti per riuscire nel suo intento criminoso, cosa che attirerà su di lui le attenzioni del detective Powell, fino a un drammatico confronto finale.
Come molti romanzi di quel periodo, risulta strano leggere un romanzo di fantascienza, proiettato in un lontano futuro più progredito, dove le persone utilizzano ancora i telefoni pubblici e l'esistenza dei personal computer è sostanzialmente sconosciuta. Ma se andiamo oltre questi dettagli, si capisce bene come mai L'Uomo Disintegrato sia un romanzo entrato nella storia.
Bester introduce con eleganza e maestria concetti di psicologia freudiana all'interno della propria opera, senza farli risultare complessi e noiosi agli occhi del lettore, non dimenticandosi mai di far progredire la trama.
In tal senso, Ben Reich è la personificazione dell'ES, delle pulsioni che ci portano a compiere atti anche orrendi per quelli che possono rivelarsi talvolta dei semplici capricci. Powell è invece la personificazione dell'IO, colui che cerca di riportare l'equilibrio in una psiche dominata dal caos.
E infine c'è lui, l'Uomo Senza Volto, che diventa la personificazione del Super-Io e, tramite la proiezione verso un ideale assoluto, può portare anche alla disintegrazione dell'IO. "Paura, timore, ansietà, cominciano già".
Come ho detto, però, non vi troverete di fronte, leggendo questo romanzo, a un Sigmund Freud rinato che vi disserta sulle sue teorie, bensì a una storia con molte sfaccettature (e forse un po' troppi personaggi di contorno), che diventa infine un'apologia del progresso umano e una condanna alla pena di morte. Anche se la soluzione alternativa proposta da Bester non è che sia proprio democratica, a volerla dire tutta.

2 commenti:

  1. Il fatto, che alla fine ricadi, in un messaggio a proposito della pena di morte è molto interessante!

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