Sì, è successo, più di una volta. Un comprimario, o addirittura un personaggio che compare per poche vignette in un fumetto, che diventa per le più svariate ragioni uno dei beniamini di una serie, fino a conquistarsi un proprio spazio personale. E in alcune occasioni anche a scalzare il protagonista originario (un primo caso eclatante che mi viene in mente è quello di Valentina, di Guido Crepax).
Cinzia Otherside compare per la prima volta nel 1990, sulle pagine di uno dei primi racconti dedicati a Rat-Man, il personaggio creato da Leo Ortolani. Da quel momento, Cinzia Otherside si conquista col tempo sempre più spazio, divenendo uno dei personaggi di punta dell'universo di Rat-Man. Fino ad arrivare al 2018 e al graphic novel Cinzia, pubblicato da Bao Publishing, scritto e disegnato sempre da Leo Ortolani.
Come molte persone, Cinzia Otherside vuole contribuire alla società e cerca un lavoro. Ma Cinzia è una transessuale, sui suoi documenti di identità c'è ancora scritto il nome Paul, e quella stessa società in cui vuole inserirsi la rigetta per sciocchi pregiudizi.
Qualcosa cambia quando Cinzia conosce un uomo di nome Thomas e se ne innamora. Pur di avvicinarsi a lui, Cinzia torna a essere Paul e inizia a lavorare per la stessa associazione in cui lui opera. Solo che quest'associazione è per la cosiddetta "famiglia naturale" e non si fa scrupolo a discriminare chiunque non sia loro gradito. Cinzia dovrà dunque decidere se coronare questo sogno d'amore, e così facendo rinnegare anche una parte di sé stessa, oppure prendere una strada differente.
Non sono abituato a dare voti alle storie di cui parlo, ma se dovessi farlo questa storia prenderebbe il voto più alto tra quelle che ho letto in questi ultimi anni.
Non è facile strappare un sorriso o una risata di questi tempi, ma - come ha dimostrato anche durante il lockdown generale di qualche mese fa - Ortolani è un maestro in questo. E la sua non è quella battuta caciarona a tutti i costi, anzi, a volte è una battuta disturbante, cattiva ma non di cattivo gusto, che ti fa sorridere ma a denti stretti. E poi ci sono anche bellissime citazioni cinematografiche e degli stacchetti musicali ("Ma come, intermezzi musicali in un fumetto? E funzionano?". Certo che sì)!
Non c'è solo questo, tuttavia. Ci sono alcuni momenti in cui la storia e le battute si fermano, come congelati nel tempo, e la protagonista offre alcune riflessioni sulla sua situazione. Riflessioni profonde e che colpiscono allo stomaco, smascherando una generale ipocrisia che pervade la società.
Non solo la cattiveria di coloro che discriminano coloro che reputano, e non si sa perché, diversi da loro, ma anche l'indifferenza di molti altri. Quell'indifferenza che può anche essere la nostra, quando volgiamo lo sguardo e proseguiamo per la nostra strada, oppure ridiamo di fronte a un'oscenità detta da un nostro amico quando si è in gruppo perché... ehi, lo fanno tutti, non posso dimostrarmi diverso da loro.
Forse è l'indifferenza ciò che fa più male, quella che porta Cinzia a sentirsi come una macchia oscura, invisibile agli altri. Ma la sua decisione finale, con cui non annulla la propria vera identità - aldilà delle convenzioni sociali - è la più giusta.
Questa storia è perfettamente leggibile anche se non si conosce l'universo di Rat-Man. Oltre a non esserci riferimenti a questo personaggio, l'autore costruisce un racconto autonomo, con un cerchio narrativo perfetto e che trova degna conclusione. Insomma, questa volta è andato davvero tutto bene!
Concordo, veramente un'ottima opera del Venerabile Ortolani, dal 2018 è diventato quasi un classico del fumetto italiano moderno. Ora ha ripetuto l'operazione con Bedelia, e là il livello di umorismo e di significati rimane decisamente alto
RispondiEliminaBedelia mi manca, per ora. Prossima lettura: Due Figlie e altri animali feroci.
EliminaPrima di leggwre questo mi prendo Bedelia, così giusto per andare a ritroso partendo da un punto finale ;)
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