Creato nel 1983 da Walter Simonson, Beta Ray Bill appartiene alla razza aliena dei Korbiniti, i quali lo tramutarono in un guerriero cibernetico col compito di sconfiggere la minaccia di Surtur. Questo non impedì, però, la distruzione del suo pianeta.
Dopo aver affrontato Thor ed essersi dimostrato degno, Odino gli fa dono di un martello magico, Stormbreaker, che porta con sé per svariati anni. Fino a quando, per via di un malinteso, Thor distrugge quest'arma.
Da qui prende le mosse Stella d'Argento (Star Argent), miniserie di cinque numeri pubblicata nel 2021, scritta e disegnata da Daniel Warren Johnson.
Non più convinto di essere un degno guerriero dopo la distruzione di Stormbreaker, Beta Ray Bill va alla ricerca di Odino perché costruisca per lui una nuova arma con cui possa anche tornare al proprio aspetto korbinita, se necessario.
Odino, tuttavia, ormai si è ritirato a vita privata e i suoi poteri non sono più quelli di un tempo. L'unica altra soluzione è trovare un'arma alternativa che possa tenere testa a Stormbreaker.
Accompagnato da Skurge l'Esecutore, Pip il Troll e la nave senziente Skuttlebutt, Beta Ray Bill intraprende dunque un'insolita odissea spaziale e infernale che lo porterà ad affrontare nuovamente un vecchio avversario.
Sembra sia una prerogativa, una cifra stilistica di questo autore, il presentare - come visto in Murder Falcon o Do A Powerbomb! - un personaggio sconfitto dalla vita, per una malattia o una perdita, che percorre un nuovo sentiero dopo la scoperta di un particolare potere. Con un finale agrodolce.
Qui la cosa viene traslata nella narrativa supereroistica che, se ci pensiamo, presta il fianco in maniera perfetta a questo tipo di tematica. Supereroi con superproblemi, non a caso.
Essendo Warren Johnson un'artista non in grado di sostenere un progetto a lungo termine su base mensile, il che non rappresenta necessariamente un difetto, trova nel formato della miniserie lo spazio più appropriato per sviluppare il proprio stile senza troppe pressioni. E lo fa utilizzando un personaggio che si potrebbe definire di contorno e su dunque, si presume, ha ampio spazio di manovra e un limitato controllo editoriale.
Non un protagonista, eppure una figura ben presente nel Marvel Universe da decenni creata da un altro grande autore. Attorniato da un paio di affascinanti comprimari che paiono interessare a pochi,
E così ecco le altre caratteristiche di questo autore che emergono. La presenza di splash page e pagine costruite in maniera quasi come fossero un mosaico e un uso praticamente unico delle onomatopee che si fondono con la vignetta stessa, come se ne fossero una sua prosecuzione.
La trama è quella consolidata dell'eroe che ha toccato il baratro e deve dunque compiere una perigliosa risalita, fisica e spirituale, mentre il mondo che lui conosce pare sfaldarsi davanti ai suoi occhi. Ma è proprio da un'apparente fine che giunge un nuovo inizio. Consolidata, appunto, ma non per questo da sottovalutare o che non suscita interesse: tutt'altro, anzi.
Beta Ray Bill sperimenta la sua personale cantica dell'Inferno per poter uscire a riveder le stelle, che tuttavia risulteranno forse un po' meno brillanti di prima.
E quel finale agrodolce, dunque? Non può certo mancare. Nessuna vittoria è mai davvero risolutiva per un supereroe, il cui animo è spesso gravato da cupi pensieri.
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